15 marzo, convegno sulla prostituzione alla Camera dei Deputati

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La prostituzione, le sue profonde conseguenze sul tessuto sociale e culturale di un paese, il suo impatto sulla psiche di chi la esercita (e di chi ne usufruisce), sono temi delicatissimi. Affrontarli richiede approfondimento, rispetto, e l’umiltà di saper ascoltare quanti (e quante) ne sono in qualche modo coinvolti. Soprattutto, dal momento che la prostituzione vede nella stragrande maggioranza dei casi la donna come colei che la subisce, e l’uomo come colui che ne usufruisce, parlare di prostituzione richiederebbe innanzitutto l’umiltà di ascoltare le donne.

Il senatore Rufa e tutti gli altri componenti della Lega avranno la possibilità di farlo proprio questo 15 marzo, partecipando al convengo che sto organizzando alla Camera, dove, fra gli altri, ci saranno due ex prostitute che racconteranno cosa hanno esperito e vissuto nei “meravigliosi” bordelli dei paesi europei che 20 anni fa percorsero la strada della legalizzazione. La legalizzazione della prostituzione fu introdotta da questi paesi con l’obiettivo di contrastare tratta e sfruttamento. Il paradosso però è che mentre da noi oggi questa vecchia ricetta viene riproposta come fosse innovativa, proprio i paesi che la adottarono 20 anni fa stanno tornando sui loro passi, perché ne hanno dovuto constatare il fallimento su ogni fronte.

Comprare un corpo non è un diritto, la dignità umana non è in vendita. Lo Stato non può mai sostenere o addirittura essere complice della lesione della dignità della persona. Non è questione di decoro delle strade urbane, ma di uguaglianza, dignità, rispetto della persona umana. Persino se si tratta di una donna!

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