Interrogazione sul futuro del carcere di Alba

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La casa di reclusione “Giuseppe montalto” di Alba è stata chiusa nel mese di gennaio 2016 (tre anni fa) a causa di un’epidemia di legionella che ha comportato il trasferimento di 122 detenuti in altre strutture.

Dopo un anno e mezzo, nel giugno del 2017, dopo alcuni lavori di bonifica e messa in sicurezza, era stata riaperta una sezione adatta ad ospitare 35 persone.

Da quel momento sono seguiti diversi annunci, anche contraddittori sui tempi dei lavori di ristrutturazione, sulle risorse a disposizione e sulla modalità di realizzazione dei lavori:

  • nello stesso anno l’allora Ministro Orlando annunciava un cronoprogramma che prevedeva l’ingresso di tutti i detenuti entro la metà del 2019 con oltre a 4 milioni di euro di investimento;
  • nel settembre 2018 il progetto di tale intervento era stato inviato dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP) al provveditorato opere pubbliche competente per il Piemonte che lo aveva però respinto per un vizio di forma (mancanza di firme originali);

Secondo un rapporto del Garante Regionale dei detenuti Bruno Mellano, la casa circondariale di Alba risulta attualmente la più sovraffollata del Piemonte con una presenza di 45-50 detenuti su una capienza massima di 35. Situazione che va ovviamente a contrastare con la funzione rieducativa della pena prevista dalla Costituzione, vista anche la carenza di spazi per svolgere attività socializzanti nonché di mediatori culturali per i detenuti stranieri.

Nei giorni scorsi ho quindi depositato un’interrogazione al Ministro della Giustiza per sapere se sia a conoscenza delle ragioni per le quali l’iter dei lavori della casa di reclusione di Alba non sia ancora ripartito e, qualora non vi fossero idonei motivi per il citato rallentamento dell’iter, cosa intenda fare al fine di permettere l’avvio dei lavori.

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