Referendum 17 aprile, il voto è democrazia

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Sul referendum che si terrà il 17 aprile c’è ancora molta confusione purtroppo, in TV la questione si affronta con molto pressapochismo e i partiti, come quello di governo, contraddicono se stessi sul voto da esprimere.

E’ bene essere chiarissimi.

Il referendum è stato chiesto dal Pd (7 consigli regionali su 9 che lo hanno chiesto sono a maggioranza Pd) e se vincesse il Sì, entro 5-10 anni le concessioni degli impianti estrattivi entro le 12 miglia sui nostri mari verrebbero a scadere, quindi l’attività estrattiva dovrebbe cessare.

Una vittoria del Sì avrebbe un effetto sia pratico che politico e simbolico, lo stesso Renzi ha fatto calendarizzare la mozione di sfiducia M5S al Governo, chiesta dopo lo scandalo della Ministra Giudi, alla settimana successiva al 17 aprile, forte dell’astensionismo che promuove e che  vuol sfruttare per consolidare il suo governo. Il Sì al referendum ribadirebbe un concetto pratico molto semplice: la legge è uguale per tutti, anche per gli amici del governo. Entro le 12 miglia non potrebbero essere costruiti impianti ma si darebbe una precisa scadenza a quelli attualmente edificati, senza più deroghe.

Il Sì referendario politico e simbolico costringerebbe la politica a fare quei passi verso le energie rinnovabili che in altri paesi europei sono stati fatti negli anni passati. Lo stesso Renzi alle primarie Pd prometteva ai suoi elettori queste cose.

Se vincesse il No le estrazioni di idrocarburi non avranno scadenza certa: in molti casi potrebbero proseguire fino all’esaurimento del giacimento. Piccola malizia: se un giacimento rimanesse attivo per non pagare lo smantellamento dello stesso quanto tempo potrebbe rimanere li? Con questa legge forse per sempre.

Il Governo e moltissimi esponenti del Partito Democratico stanno cercando in tutti i modi di boicottare il referendum invitando i cittadini all’astensione. Questa scelta è una logica conseguenza di quanto è avvenuto in Basilicata: chi comanda sono le multinazionali del petrolio, che elargiscono favori ai politici di turno i quali si piegano alla volontà dei loro capi dimenticandosi di essere eletti dai cittadini.

D’altra parte questo Governo è privo di legittimazione popolare, invitando a rinunciare al voto, vuole ulteriormente svilire il potere del voto col quale la cittadinanza potrebbe influire sulle scelte della politica. Il tutto ovviamente in barba all’art. 1 della Costituzione (“la sovranità appartiene al popolo”, il referendum è uno dei modi coi quali possiamo esercitare questa sovranità).

Non esiste nessun Comitato promotore dell’astensione, è l’ennesima bugia di chi non ha il coraggio di dire No perché il suo stesso partito la pensa diversamente. C’è il Pd che chiede di “andare al mare” (come dicevano sia Berlusconi che Craxi) formato da 100 esponenti che comandano e ci sono milioni di elettori e rappresentanti Pd che hanno promosso il referendum. Non scrivo per parlare dei gravi problemi decisionali all’interno di questo partito ma per ribadire che se fanno cose buone noi le sosteniamo nel merito compattamente e senza bugie. Il M5S chiede di votare.

Il voto è democrazia e non esiste democrazia senza voto!

Io il 17 aprile andrò a votare. Andiamo tutti a votare, è un diritto, è un dovere.

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