Renzi InCostituzionale

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dadone nuti dieni

Seppur molto politica ed in alcune parti contraddittoria, la sentenza della
Corte Costituzionale dice chiaramente che la composizione del Parlamento deve rispettare il voto degli elettori. Quindi via il premio di maggioranza cheregalava il 55% delle poltrone in Parlamento a chiunque avesse preso anche un solo voto in più del secondo arrivato e via ogni sistema eccessivamente distorsivo del voto degli elettori, entrambi fattori che concedevano in modo irragionevole maggioranze di governo a partiti minoritari. Entrano quindi in gioco liste corte e/o almeno una preferenza (dicasi la proposta depositata dai parlamentari del M5S).

Ma quali sono i sistemi elettorali che distorcono maggiormente il voto degli elettori e che quindi sarebbero incostituzionali? Probabilmente i sistemi maggioritari, in primis quello francese e subito dopo quello britannico, che forse non supererebbero un nuovo controllo di costituzionalità sulla base di tali principi.

Di certo, invece, risulta chiaramente incostituzionale la prima proposta del segretario del Pd sul Mattarellum corretto con premio di maggioranza, che rende ancor più distorsivo il sistema britannico, producendo un sistema iper distorsivo, che potrebbe facilmente dare una maggioranza assoluta dei seggi ad una forza politica che avesse anche solo il 25% dei voti.

Di certo, sarebbero incostituzionali i sistemi proporzionali selettivi se integrati con un premio di maggioranza. Ergo e’ chiaramente incostituzionale la seconda proposta del segretario del Pd, sul modello spagnolo, già in parte distorsivo di per se’, al quale Renzi, l’arraffatore di seggi, aggiungerebbe generosamente un premio di maggioranza, che lo renderebbe anch’esso iper distorsivo: di nuovo, col 25% dei voti si può ottenere la maggioranza assoluta dei seggi.

Di certo, sarebbero incostituzionali i sistemi proporzionali con doppio turno di coalizione. Ergo e’ chiaramente incostituzionale la proposta del segretario del Pd sul modello della legge elettorale dei sindaci, che garantirebbe al partito minoritario più votato al secondo turno un premio di maggioranza irragionevole: qui può bastare anche meno del 25% per ottenere il 60% dei seggi.

Ma veniamo alla premessa iniziale, ovvero alla politicità ed alla contraddittorietà della sentenza. E’ di tutta evidenza che la Corte abbia voluto dare continuità a questo Parlamento e di riflesso a questo Governo, e lo è soprattutto in un passaggio: la Corte dichiara definita e quindi valida l’elezione di tutti i deputati anche in assenza della convalida da parte della Giunta per le Elezioni, che non è ancora avvenuta. I deputati, infatti ad oggi risultano solo proclamati, per cui la Giunta sta effettuando le procedure di verifica dei calcoli elettorali e degli altri requisiti di eleggibilità. Con questo passaggio la Corte ha voluto dare piena legittimità a questo
Parlamento nonostante non ancora esaurite le suddette pratiche di verifica
,di fatto rendendo inutile e costituzionalmente inappellabile l’elezione di tutti i parlamentari proclamati ma non convalidati, anche di quelli che fossero eletti in violazioni dei previsti requisiti di eleggibilità e cioè sulla base dei maccanismi premiali che la Corte ha annullato.

Che succederà da domani?
Vi diranno che tutte tre le proposte del segretario del Pd sono costituzionali, per poi accorgersi tra qualche mese, laddove ne fosse approvata una, che in realtà non lo sono.
Noi diciamo una cosa chiara: la legge elettorale deve garantire un Parlamento rappresentativo delle istanze dei cittadini e che a questi tutti i giorni continui a rispondere.

Cosa vi diranno gli altri partiti: la legge elettorale deve garantire che la sera stessa del voto ci sia un vincitore, garantendo il potere di pochi capi a discapito del potere di tutti di partecipare alla vita politica del paese.

Per finire, oggi una legge elettorale esiste ed è quella uscita dalla sentenza della Corte che prevede un sistema proporzionale puro con le soglie di sbarramento attuali e la possibilità per l’elettore di esprimere una preferenza. Non è un granché, ma almeno è costituzionalmente legittima…

-Fabiana Dadone – Commissione Affari Costituzionali della Camera –

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