Traffico d’armi, fermiamo chi fa affari coi criminali

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Per il 2016 abbiamo un sogno: basta armi, basta guerre. Per arrivare a questo obiettivo i portavoce del Movimento 5 Stelle Europa hanno proposto di sanzionare quei Paesi europei che esportano armi usate, poi, per fare guerre e alimentare il terrorismo. Questa proposta è stata approvata dal Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria, lo scorso giovedì 17 dicembre. Le lobby delle armi difese in Parlamento dai gruppi politici ECR e PPE sono state battute nel voto finale del rapporto d’iniziativa su “esportazione di armi: applicazione della Posizione comune”.

Sul traffico d’armi l’Europa ha delle regole comuni. Come già denunciato dal Movimento 5 Stelle, però, molti Paesi membri non rispettano queste regole sull’esportazione delle armi convenzionali. L’Italia, per esempio, vendendo armi all’Arabia Saudita viola in maniera evidente il punto 2 della Posizione comune che recita: “non si possono vendere le armi ai Paesi che non rispettano i più elementari diritti umani o dove ci sia il rischio che possano essere utilizzate per fini di repressione interna.

Lo scorso 29 ottobre, infatti, dall’aeroporto di Cagliari su un cargo Boeing 747 con destinazione Arabia Saudita venivano caricate diverse tonnellate di bombe e munizioni. Ecco gli affari dell’Italia con il regime arabo. Quelle armi vengono usate per guidare la coalizione che, senza alcun mandato internazionale, da sette mesi sta bombardando lo Yemen, un conflitto che ha finora causato più di 4mila morti (di cui almeno 400 bambini), 20mila feriti e oltre un milione di sfollati. L’Arabia Saudita finanzia in modo diretto e indiretto l’Isis. Le armi Made in Italy vengono, inoltre, usate per la repressione interna degli oppositori al regime.

Il 29 ottobre dovrebbe essere celebrata come Giornata europea dell’ipocrisia, visto che mentre l’Italia inviava armi in Arabia Saudita la Conferenza dei Presidenti del Parlamento europeo assegnava il premio Sakharov al blogger saudita Badawi, condannato a 10 anni di prigione, 1.000 frustate e una multa per aver insultato i valori islamici sul proprio sito web Free Saudi Liberals (Liberali Sauditi Liberi).

Come l’Italia, tanti altri Paesi europei hanno violato le regoli comuni sull’esportazione di armi. Per ovviare all’assenza di sanzioni, il portavoce al Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo ha presentato questo emendamento, poi approvato dall’aula:

“Il Parlamento europeo ritiene che la vera problematica sia rappresentata da un’applicazione approssimativa e da un’interpretazione inconsistente della posizione comune da parte degli Stati Membri e ritiene pertanto cruciale che si persegua un’applicazione omogenea e ambiziosa degli otto criteri; rileva a questo riguardo la mancanza di meccanismi sanzionatori in caso di violazione dei criteri e ritiene opportuno prevedere modalità per eseguire verifiche indipendenti nonché meccanismi sanzionatori in caso di violazione della posizione comune”.
Inoltre, il Movimento 5 Stelle, sempre tramite Fabio Massimo Castaldo, ha presentato un secondo emendamento al testo finale che prevede la pubblicazione annuale della lista di tutte le armi esportate dagli Stati membri dell’Unione europea. Vogliamo nomi, cognomi e #NoAlleGuerre

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