Tratta di esseri umani. Nel Governo a chi importa?

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Tratta di esseri umani fa rima con prostituzione, accattonaggio, racket, insicurezza e degrado. Ma nel Governo a chi importa?

Nel 1963 Piero Focaccia cantava: “stessa spiaggia e stesso mare”, dopo quasi cinquanta anni per il Governo, che si chiami Berlusconi, Monti, Letta o Renzi la musica non cambia, men che meno su questioni importanti come la tratta degli esseri umani, per la quale il Governo non ha ancora applicato alcuna delle disposizioni vigente in legge.

Visto il generale disinteresse del Premier e l’immobilismo del ministro dell’Interno abbiamo deciso di interrogare Renzi e Alfano, lunedì 8 settembre, in Aula. La speranza, come sempre, è quella di ricevere una risposta seria e uno schiaffo morale per poter dire – sinceramente – che pensar male (di questo Governo) è sbagliato…

Alla fine dello scorso marzo, con il decreto legislativo n. 24/2014 l’Italia recepiva la direttiva UE del 2011 contro la tratta di esseri umani, con appena tre anni di ritardo.

Un tema delicato e importante per il nostro Paese, che sembra mera teoria per le anime belle, qualcosa lontano anni luce dalla realtà quotidiana, e che ci interessa tutti in prima persona non solo per le evidenti ragioni geografiche e di criminalità organizzata che caratterizzano l’Italia, ma perché prostituzione, accattonaggio, lavoro minorile, racket e micro criminalità sono il prodotto diretto della tratta.

Il provvedimento di recepimento della direttiva Ue è stato fortemente criticato da associazioni e esperti del settore, come l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI) e Save the Children, perché non accoglieva adeguatamente e completamente le indicazioni di Bruxelles.

Ciò nonostante per il Governo la questione è talmente poco importante – e quello che comporta i termini di sicurezza e degrado – che non si è degnato di applicare nemmeno il minimo recepito nel dlgs 24/2014, come il Piano nazionale antitratta (art. 9 del dlgs) che avrebbe dovuto essere adottato dal Consiglio dei Ministri entro il 28 giugno scorso e che invece, al 4 settembre, è ancora un fantasma impalpabile. Un paradosso se si pensa che tra qualche settimana, il 28 settembre, scade anche il termine per adottare il Programma unico di emersione, assistenza e integrazione sociale per le vittime di tratta (art. 8 del dlgs), che andrebbe delineato sulla scorta del Piano nazionale antitratta.

Intanto, più o meno indisturbati, i trafficanti di uomini, donne e bambini, continuano a trasportare in Italia quella che per loro è solo “merce”, i loro aguzzini nel nostro Paese continuano a sfruttarli facendoli prostituire per le strade o elemosinare agli incroci delle nostre città, spremendoli nelle coltivazioni agricole della Puglia e della Campania, facendo del degrado umano di questi nuovi schiavi il nostro prodotto interno lordo. Anche per loro, per i nuovi schiavi, Renzi dirà di stare sereni?

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