Tutto in democrazia può essere messo in discussione, anche l’informazione

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Condivido con voi le dichiarazioni che ho rilasciato a TargatoCN a proposito delle dichiarazioni di Di maio e Di Battista sui giornalisti.

Credo che Di Maio e Di Battista si siano limitati a raccontare quanto vedono. Non è un mistero che molte bacheche Facebook di giornali nazionali e locali si siano appropriate della manifestazione Pd e Casa Pound di Torino a favore della Tav. Non è un segreto che spesso scrivano falsità contro l’attuale governo. Non è un segreto che la notizia della Raggi assolta non è stata trasmessa in prima pagina così come la sua diffamazione gratuita. Non è un segreto che giornali che insegnavano al governo l’arte dei conti in ordine ora stiano licenziano i propri dipendenti. In questa bella Italia molti vogliono fare gli allenatori della nazionale senza aver mai vinto una partita coi pulcini. E anche questo non è un segreto.

Non avrei usato il termine “prostitute” come fatto da Di Battista perché loro sono spesso vittime quindi non lo trovo appropriato, mentre invece molti giornalisti sono felici delle copertine sessiste e condite di fake news. Non tutti. È un fatto. Ma è anche un fatto che Iacopino si dimise da presidente dell’Ordine perché non era riuscito ad invertire una tendenza. Io tifo per un buon giornalismo, indipendente, così come per una buona politica, libera.

Non ho mai tenuto nascoste le polemiche con i giornalisti locali quando (a mio avviso)  necessitava farlo. Ho sempre affrontato frontalmente tutto, a partire dal locale. Essendo l’ambito dei giornalisti locali circoscritto agli interessi della provincia di Cuneo però, molto spesso, apprezzo il lavoro di informazione e formazione che continuamente esercitano. Credo che i giornali nazionali non trovino più modo di raccontare i fatti nel concreto mentre ciò viene naturale ed è ancora semplice per chi vive le quotidianità locali tra le persone.

Continuo a pensare che i giornalisti debbano lottare per libertà di stampa, ma che non possano credere di essere loro stessi la libertà di stampa. Un conflitto di idee in questo momento storico non potrà che vivacizzare positivamente il dibattito pubblico senza cadere in ridicole affermazioni che vogliono dittature solo perché certi tabù non vanno messi in discussione. Tutto può essere discusso ed è un meccanismo centrale in democrazia.

Tutto in democrazia può essere messo in discussione, anche l'informazione

Pubblicato da Fabiana Dadone su Lunedì 12 novembre 2018

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