Un appello per la commissione d’inchiesta sui rifiuti

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Torniamo ancora una volta sulla commissione Rifiuti. Il tempo passa e le attività d’inchiesta della commissione sono ferme. Non c’è nessun interesse nel voler combattere le ecomafie.

Appare chiaro che il problema dei rifiuti, della loro gestione è solo una notizia quando i sacchi dell’immondizia si accumulano per la strada e diventano emergenza pubblica.

A questo punto non possiamo che appellarci ai cittadini, ai loro rappresentanti. Non possiamo essere gli unici a cui sta a cuore il lavoro che deve svolgere questa fondamentale commissione. Il ritardo è enorme e ogni giorno che passa non fa che dare spazio e manovra alle ecomafie.

La politica è silente, le ecomafie ringraziano.

Qui trovate tutti i nomi dei deputati e senatori che sono stati chiamati a fare parte di questa commissione. Chiediamo che ogni cittadino si rivolga al suo rappresentante e che faccia pressione per far cominciare i lavori della commissione. Non è un elenco che mette all’indice, ma che invita alla responsabilità.

Si, responsabilità verso la comunità, verso il Paese, o preferiamo essere seppelliti da rifiuti tossici, mentre le mafie brindano e guadagnano? La salvaguardia del nostro territorio è un atto di responsabilità verso il futuro del nostro Paese. Dobbiamo fare pressione, chiedere a gran voce che tutti i deputati e senatori della commissione facciano di tutto per cominciare a lavorare da subito. O vogliamo cominciare dopo l’estate, dopo le vacanze? Iniziamo a lavorare a settembre, o quando sono stati fatti tutti i giochi politici per le poltrone? Vogliamo cominciare a lavorare quando si trova un altro sito di rifiuti tossici, nucleari nascosto vicino a casa abitate, o quando i bambini cominciano ad ammalarsi di tumore, cominciano a morire uno dopo l’altro? Che cosa si deve aspettare perché la commissione d’inchiesta sui Rifiuti cominci il suo lavoro?

Noi chiediamo il vostro aiuto, scrivete, telefonate, pubblicate post, affinché questo gruppo di deputati e senatori faccia il lavoro per cui è pagato.

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