VITALIZI: PD VOTERÀ LA LEGGE PD?

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Da oltre 4 anni chiediamo che il Parlamento Italiano affronti l’argomento dei privilegi della classe politica

Il vitalizio è un privilegio rinunciabile, non un diritto acquisito al pari della pensione. Il nostro Davide Bono in Piemonte lo ha dimostrato rinunciandovi. Questo il mio intervento oggi in Parlamento

Pubblicato da Fabiana Dadone su Martedì 25 luglio 2017

Per farlo abbiamo presentato 2 disegno di legge, uno sulla revisione dei vitalizi parlamentari e regionali e l’altro sulle indennità e previdenza parlamentari.

Il disegno di legge n. 2409 (Nuti) proponeva:
1) la sospensione dell’assegno vitalizio in caso di condanna non definitiva da applicarsi a tutti i soggetti che percepiscono assegni vitalizi erogati da organi della Repubblica e Regioni. La normativa vigente prevede l’esclusione del vitalizio solo in casi di condanna definitiva per reati contro PA;
2) esclusione anche per condanna definitiva per reati mafia e scambio elettorale mafioso;

Il disegno di legge n. 2534 (Lombardi) proponeva:
1) riduzione dell’indennità parlamentare, dal vigente parametro di riferimento del trattamento complessivo annuo lordo di presidente Cassazione, a importo stabilito dalla legge (5000 lordi mensili);
2)limite massimo applicato anche ai consiglieri regionali;
3)trasparenza, controllo e sanzioni (anche dalla Corte dei Conti) della corrispondenza tra spese e rimborsi.

Il disegno di legge Lombardi fu calendarizzato per l’Aula in quota opposizione M5S nella ultima settimana di ottobre 2016.

Nel corso dell’esame, considerata la rilevanza politico-mediatica del provvedimento la maggioranza e le altre forze politiche hanno ostacolato l’approvazione dell’iter giungendo alla data di esame in Aula senza svolgere l’esame degli emendamenti, compresi quelli della Relatrice Lombardi, e senza l’adozione di un testo unificato da sottoporre all’Assemblea.

La maggioranza in data 25.10.2016 ha votato, quindi, il rinvio in Commissione del testo bocciando di fatto la nostra proposta.

A quel punto la proposta Lombardi è stata fusa, su nostra istanza, con quella Richetti nel corso della primavera del 2017. Il testo di legge Richetti quindi è diventato testo base ed è giunto in aula grazie a noi.

Ciò che prevede è:
-adeguamento del calcolo per la pensione dei parlamentari al sistema contributivo e introduzione per legge del trattamento previdenziale, ricalcando in buon parte l’attuale regolamento previdenziale della Camera e del Senato.
-Ricalcolo del vitalizio con metodo contributivo e al tempo stesso introduzione nel quadro normativo dell’esistenza di un trattamento previdenziale, quindi di un diritto alla pensione riconducibile a quello dell’art. 38 Cost., valido anche per i parlamentari e gli eletti regionali.
-istituzione della gestione separata INPS in cui sono versati i contributi ed è lo stesso organo a erogare le prestazioni vitalizie/previdenziali. Con l’istituzione di una gestione separata INPS le Camere dovranno, come qualsiasi altro datore di lavoro, trasferire i contributi a proprio carico e quelli della quota a carico del parlamentare nelle casse INPS. Sarà quest’ultima a erogare i trattamenti previdenziali.
-istituzione di un organismo di vigilanza della gestione separata, composto da presidente INPS e da 5 rappresentanti degli organi interessati, designati da Camera e da Senato.

La proposta di legge in discussione oggi non è perfetta ed è solo un primo e timido passo verso l’abolizione dei privilegi parlamentari.

Mi auguro che tutte le forze politiche votino questa proposta di legge e che, nel piu’ breve tempo possibile, vengano approvate anche le altre volte ad eliminare questi assurdi privilegi.

Abbiamo provato tutte le strade che ci hanno proposto:
1. Legge costituzionale
2. Delibera dell’ufficio di presidenza della camera
3. Legge ordinaria.
Finora hanno respinto ogni nostro tentativo.

Forse stavolta, tenuto conto che la legge è del Pd, il Pd potrebbe votarla.

Se così non sarà evidentemente non sarà una questione di metodo di approvazione ma di merito!

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