Il Movimento 5 stelle è l’unica forza politica in cui eletti restituiscono, o meglio dire donano, parte del loro stipendio.
Lo ricordo bene: era il 29 Febbraio 2012, primo Restitution Day a Torino, un evento dal titolo “PARTECIPA, PROPONI, VOTA”. Il gruppo regionale M5S Piemonte, guidato da Davide Bono, aveva organizzato una riunione con l’obiettivo di far scegliere agli attivisti i progetti ai quali destinare le eccedenze degli stipendi cui rinunciava.
Il mio progetto di reinserimento in società delle vittime di tratta non vinse l’ambito premio e nonostante i giornali fecero una ricostruzione alquanto spiacevole e faziosa dell’evento, ho un ricordo splendido di quella giornata. Una classe politica, mai vista fino a quel momento, manteneva una promessa fatta agli elettori e si tagliava davvero il ricco stipendio per destinarlo progetti concreti in favore dei territori e delle persone.
All’epoca tutti sollevarono il sopracciglio e dissero che una rondine non fa primavera, che presto saremmo diventati parte del sistema e che appena giunti nella “stanza dei bottoni”, il Parlamento, saremmo diventati come gli altri.
Oggi, dopo anni, siamo ancora qui, fedeli alla promessa. Al di là di ogni polemica, di ogni articolo che svilisce lo scopo alto e bello di questa azione di purezza, dei sospetti e delle critiche, siamo ancora qui a dire a gran voce che noi ad oggi abbiamo restituito in totale oltre 106 milioni di euro, indirizzandoli verso progetti utili alla collettività.
Tutti gli altri, quelli che chiacchierano a vuoto e ridicolizzano i nostri sforzi, quanto hanno restituito?