8 marzo: la politica dimostri l’importanza delle donne con i fatti!

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Istituzione del ministero per le Pari Opportunità, miglioramento delle politiche di conciliazione, parificazione dei salari, monitoraggio sulla violenza di genere ed educazione scolastica a differenze e affettività sono atti imprescindibili per uscire da una vergognosa arretratezza socio-culturale.

ROMA 8 marzo – “In qualità di portavoce dei cittadini in Parlamento riteniamo che il modo migliore per festeggiare l’8 marzo sia quello di spingere la politica a fare molto più per le donne di questo Paese. A tutte loro che, ogni giorno, sostengono le fondamenta del nostro Paese attraverso un insostituibile contributo economico, sociale e culturale l’Italia deve riconoscere una parità e una tutela che ancora mancano. Per la politica a parlare devono essere i fatti e le misure da mettere in campo già si conoscono alla perfezione: serve la volontà di realizzarle e di portarle a compimento attraverso un processo che necessità sia di maggiori fondi rispetto a quelli investiti fino ad ora, sia di interventi che incidano primariamente a livello educativo e culturale. Da questo punto di vista la realizzazione nelle scuole di programmi di educazione alla parità di genere e all’affettività è un antidoto insostituibile, sul medio e lungo periodo, contro la subcultura della discriminazione.  “.

Così i deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle.

“Ricordiamo come in Italia, seppur si vada riducendo, resta ancora significativa la forbice tra la retribuzione di uomini e donne: il conseguimento della parità di trattamento economico costituisce una precondizione necessaria per la reale emancipazione e libertà dell’individuo. Rispetto alla violenza di genere poi, la nostra attenzione è da sempre altissima ed è doveroso ricordare, soprattutto oggi, le troppe donne che ogni giorno sono vittime di violenze, spesso all’interno delle mura domestiche.

La Convenzione di Istanbul è in vigore in Italia dal 1 agosto 2014 ma molti suoi profili restano disattesi, sanciti solo sulla carta. Nonostante si stiano lentamente compiendo alcuni passi in avanti – ricordiamo la proposta di legge sull’educazione all’affettività e alla parità di genere, a prima firma della deputata Silvia Chimienti, che sta per essere approvata in commissione Cultura e la proposta di legge della nostra collega Maria Edera Spadoni sul congelamento della pensione di reversibilità per chi è accusato dell’omicidio della moglie, appena approvata alla Camera e che, auspichiamo, sarà calendarizzata quanto prima al Senato – numerose istanze restano tuttora disattese dai governi che si sono succeduti in questi anni. Tra le richieste che il M5s sta avanzando, ricordiamo quella relativa alla realizzazione di un monitoraggio regolare sulla popolazione per determinare l’incidenza della violenza di genere e quella sull’introduzione di nuove e concrete politiche per la conciliazione tra la cura della famiglia e l’attività lavorativa. Riteniamo fondamentale che il settore privato e i mass media definiscano norme di autoregolamentazione per rafforzare il rispetto della dignità delle donne e per prevenirne le violenze. C’è ancora moltissimo che può e deve essere fatto ma, per quanto attiene il governo, segnaliamo ancora una volta un primo passo al contempo simbolico e concreto che potrebbe essere realizzato già oggi: reistituire il ministero per le Pari Opportunità”.

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