Cos’è il coraggio in politica?

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Forse sbaglierò e chiedo scusa, ma questo è un umile pensiero fuori da strategie e ipocrisie. Me lo sono chiesta molto in questi mesi; soprattutto da agosto in avanti il tema del coraggio è diventato centrale per me in politica. Trovo stucchevole che chi professi coraggio agli elettori poi scappi dalle responsabilità politiche. Se hai coraggio, non scappi.
Se condividi davvero una battaglia, non scappi, ma mangi sale quando devi e porti avanti un progetto (ammesso che lo si abbia mai realmente condiviso).

Dividere l’opinione pubblica scappando dalle responsabilità con scuse variopinte premia nell’immediato. La stampa ha bisogno di gossip, ma le persone hanno bisogno di gente che sappia governare. Governare è difficile, perché riduce al nulla gli slogan o le promesse senza criterio. Governare non è per tutti, perché bisogna parlare poco e lavorare molto. Governare spesso non è trendy, non è pop e non è “social”.

La coerenza è per lo più un pregio, ma a volte rischia di sconfinare nella sterile testimonianza che, peraltro, si addice poco a chi occupa posizioni di responsabilità.
La perseveranza, invece, è coerenza che si fa impegno quotidiano e punta a cambiare, nel tempo e con concretezza, le cose.
Il coraggio in politica è anche ammettere che non si è in grado di governare, è saper chiedere scusa se non si ha più coraggio. Il resto non è certamente coraggio, sono scuse, incapacità, protagonismo, gossip.

Tutto alla fine viene a galla. Tempo al tempo… che come sempre saprà essere galantuomo!

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