CRC: DA GOVERNO PREOCCUPANTE NON-RISPOSTA

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Al terzo tentativo il Governo ce l’ha fatta a venire a rispondere al question time sulla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Ovviamente, come c’era da aspettarsi la non risposta ha eluso le domande poste al Ministero nel suo ruolo di Autorità di Vigilanza delle Fondazioni bancarie.

Questa era la domanda: “se sia a conoscenza dei fatti e ritenga opportuno intervenire nei confronti della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, e delle figure eventualmente coinvolte”. I fatti sono quelli riportati ormai da almeno otto anni dalla stampa nazionale e locale. Gli stressi per i quali si presume l’armonioso groviglio oggetto della sentenza del giudice Alberto Boetti del Tribunale di Saluzzo. Ricostruzioni che vanno ben al di là dell’ormai noto caso dell’assegnazione dei lavori di riqualificazione dell’ex Sala contrattazioni, caso peraltro apparentemente risolto di recente con la sentenza del Tribunale di Cuneo.

Questa la risposta: “l’Autorità di vigilanza […] ha effettuato nel corso del 2012 […] un’attività di verifica nei confronti della Fondazione medesima […] con riferimento alla vicenda [l’appalto dell’ex Sala contrattazioni, nda] ha interessato di recente l’Ente su alcuni specifici aspetti rispetto ai quali si è in attesa di ricevere elementi di chiarimento”.

A parte quindi l’evidente mancanza di interesse reale, visto che dal Ministero non hanno nemmeno saputo segnalare la sentenza del Tribunale di Cuneo in merito alla querela di Falco contro Benigni, il quesito rivolto al fine di conoscere l’effettiva realtà del presunto “groviglio armonioso” è stato ignorato completamente, come con tutta evidenza il Governo ha ignorato le ultime notizie sull’indagine ancora in corso da parte della procura di Cuneo.

Per quanto ci riguarda non ci fermiamo qui. La passeggiata del sottosegretario Zanetti a Montecitorio per noi è come se non ci fosse stata. La Fondazione CRC continuerà a essere nei nostri pensieri fintanto che non saranno chiariti tutti i dubbi. Attendiamo la magistratura ma attendiamo anche la politica e le istituzioni, anche se queste ultime fanno “orecchie da mercante”.

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