Il business della prostituzione: prospettiva dell’esperienza. Convegno alla Camera dei Deputati

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Ieri si è svolto il convegno “La schiavitù invisibile e il business della prostituzione: prostituzione legalizzata, una prospettiva dall’esperienza” organizzato dalla sottoscritta e dalla Senatrice Alessandra Maiorino. Di seguito il mio intervento:

Onorevole, Lei è d’accordo o contraria alla riapertura delle Case chiuse?

Favorevole alla limitazione per legge della libertà di autodeterminarsi e di scegliere di vendere il proprio corpo?

E’ giusto lasciare queste povere ragazze restino per strada al freddo e senza controlli sanitari?

Sono solo alcune delle domande che mi sono state poste in questi anni, ad ogni occasione nella quale si riapre la discussione sull’opportunità o meno di abrogare la legge Merlin. Sono domande alle quali ho sempre avuto una risposta chiara in mente: sono fortemente contraria alla legalizzazione perchè è sempre una violenza anche quando la persona che si vende è (apparentemente) consenziente.

La mia ferma convinzione viene non solo dallo studio degli esiti della legalizzazione nei Paesi considerati in questo settore all’avanguardia, non solo dalla consapevolezza delle indicazioni delle risoluzioni del Parlamento europeo che invitano ad adottare un modello come quello dei Paesi Nordici (con una sanzione severissima per i clienti), non solo dallo studio del fenomeno criminale svolto in bicamerale antimafia sulla gestione della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale ma soprattutto dall’esperienza diretta che ho avuto modo di vivere come volontaria nelle strade italiane.

Siamo circondati da ragazzine costrette a pagare un debito rapportato alla propria bellezza, costrette dall’assoggettamento mentale del patto woodoo o peggio dalle violenze fisiche dei propri aguzzini, bambine… lo si capisce quando le si vede nascondersi imbarazzate per vestirsi con jeans e felpa (davanti ai volontari) perchè nel momento nel quale indossano abiti normali mostrano la loro vera faccia, la loro anima, mostrano tutta la loro fragilità davanti a chi si rapporta con loro in maniera familiare (come fossero sorelle o figlie).

Siamo circondati da ragazze dell’est Europa il cui mercato è agevolato dalla libera circolazione nei confini Europei e dal colore della pelle. Siamo anche circondati da trans il cui mercato è stritolato tra i prezzi bassi delle nere, quelli alti delle bianche e una società che difficilmente offre possibilità a chi è “diverso”. Ci sono anche signore dell’età di mia madre che non riescono a pagare le bollette e l’affitto ma che grazie alla propria utilitaria, riescono ad esercitare al caldo dei sedili. Per non parlare dei centri massaggi e dello sviluppo del mercato del sesso via web.

C’è un mondo intero sul quale per esprimere opinioni bisognerebbe conoscere tutti gli aspetti. Le persone di cui vi ho parlato, starebbero meglio in una casa di tolleranza, al caldo, coi controlli sanitari e un tariffario esposto in vetrina?

Le persone che in prima persona hanno vissuto le esperienze dei modelli di legalizzazione ci possono dare un quadro chiaro della situazione nei Paesi Europei dai quali secondo qualcuno dovremmo prendere spunto per aggiornare anche l’Italia a quegli standard.

Penso che uno Stato (civile) a queste persone non dovrebbe chiedere quanto prendono o quanto pagano di tasse ma quanto soffrono. Il lavoro più vecchio del mondo non esiste ma esiste ed è ancora tra noi la schiavitù più vecchia di tutte.

Grazie alla mia collega Senatrice Alessandra Maiorino per l’organizzazione impeccabile, a tutti i relatori in particolare a Rachel Moran e Sandra Norak (per l’incredibile coraggio nel raccontare le proprie difficili storie), il sottosegretario alla pari opportunità Vincenzo Spadafora e la Sindaca di Roma Virginia Raggi per essere intervenuti in difesa dei diritti delle donne e della parità di genere.

Una giornata che ha lasciato un segno positivo!

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