Il senso del 2 giugno

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Oggi, 2 giugno, si dovrebbe ricordare il referendum del 1946 che, con 12.718.641 voti (contro 10.718.502), trasformò il nostro Paese in una Repubblica.

Oggi le città d’Italia dovrebbero essere piene di bandiere e manifestazioni per ricordare a tutti i cittadini che anni fa, con lo strumento di democrazia diretta per eccellenza, ci liberammo dei monarchi e acquistammo la forma di Stato.

I mezzi di informazione, anziché parlare di risultati delle regionali e di gossip, dovrebbero dedicare i propri programmi a questa festa, tutt’altro che scontata, per far tornare in mente a tutti che questa non è una giornata di vacanza come altre, è la celebrazione della nascita della Repubblica Italiana.

Personalmente sento molto il senso di questa giornata.

Soprattutto in tempi come questi, nei quali le leggi varate dal Parlamento (italicum e riforme costituzionali), su imposizione del Governo, hanno quel profumo di ante ’46.

Ricordare il passato per valutare correttamente il presente ed iniziare a desiderare il futuro, questo è il senso di giornate come quella odierna.

Pertanto auguro buona festa a tutti coloro che lottano per far rispettare la legalità, a chi lotta per difendere il proprio posto di lavoro e i propri diritti, a coloro che difendono la scuola pubblica, a chi presidia il territorio dalle grandi opere deturpanti, a chi si batte contro le ingiustizie, ai giornalisti indipendenti e soprattutto, a tutti i cittadini liberi.

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