L’ ITALIA DEGLI AMICI TOSCANI

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Prima di essere segretario del Pd e Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si riempiva la bocca della parola “rottamazione“. Sosteneva di voler cambiare il modo di fare della vecchia politica e che non sarebbe mai andato a Governare senza passare dalle urla… Letta stai sereno (Renzi dixit)!

Poi ha fatto esattamente l’opposto di ciò che predicava, mostrandosi da subito per il racconta favole che è.
Non solo è andato a prendere il posto di Letta alla Presidenza del Consiglio senza essere eletto e votato da nessuno ma ha fatto addirittura il record dei ricorsi alla questione di fiducia (che criticava a tutti i suoi predecessori) e, dulcis in fundo, anzichè “rottamare” ha nominato i suoi amici ovunque.

Ricapitoliamo partendo dalle prime nomine, ecco tutti gli uomini del Presidente: nel collegio sindacale dell’Eni c’è Marco Seracini (commercialista di Renzi); nel Consiglio di Amministrazione di Enel c’è Alberto Bianchi (legale di Firenze, avvocato di fiducia del premier); Fabrizio Landi (Siena) nel Cda di Finmeccanica (anche lui commercialista amico di Dario Nardella); Elisabetta Fabri (fiorentina), è andata in Poste Italiane; Diva Moriani (vicepresidente di Intek, la società di Vincenzo Manes, finanziatore di Renzi) è arrivata all’Eni; Federico Lovadina, tributario, fiorentino (ex socio di studio di Boschi e Bonifazi), finito nel Cda di Ferrovie dello Stato, cosi come Gioia Ghezzi (provenienza McKinsey, che ha aiutato Renzi a scrivere un progetto di legge sull’omicidio stradale).

Tra giugno e luglio ecco altre nomine toscane: Roberta Neri (è stata nel Cda di Publiacqua, la società che si occupa del ciclo integrato dell’acqua a Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo) e’ diventata neo Amministratore Delegato di Enav.

Di questi giorni invece la notizia della nomina del suo miglior amico Carrai a capo di una super agenzia che si occuperà di “cyber security“, che risponderebbe direttamente al premier.

Non vorrei essere maliziosa ma temo che Renzi abbia confuso il concetto di “rottamazione” come sostituzione degli amici altrui con i propri. Atteggiamento tipico della vecchia politica!

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