La Rai chiede di essere politicizzata invece di chiedere libertà alla politica

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Trovo irrituale e inopportuna la richiesta che mi giunge dal consiglio di amministrazione della Rai di intervenire, in qualità di presidente della Commissione di Vigilanza, affinché il confronto televisivo fra Luigi Di Maio e Matteo Renzi si svolga sui canali del servizio pubblico piuttosto che su altre reti. Irrituale perché non compete certo a me intervenire, in qualsiasi forma, per inserire, modificare o eliminare una trasmissione dai palinsesti della Rai. Non l’ho mai fatto e credo che sia mio dovere istituzionale rispettare questo confine anche se a chiedermi di varcarlo è l’azienda stessa.

Inopportuno perché sembra quasi mi venga suggerito, in quanto presidente della Commissione, di agire sulla mia forza politica affinché sia scelta la Rai come sede del confronto. Spero che non si tratti di questo, del resto non farei mai una cosa del genere. Uno dei motivi per cui, come Movimento 5 Stelle, siamo entrati nelle istituzioni, è proprio quello di portare un cambiamento nella cultura istituzionale, nei comportamenti che devono essere tenuti nel momento in cui si è chiamati a ricoprire un ruolo di garanzia.

Per tornare al confronto Di Maio-Renzi, è assolutamente chiaro chi deve fare cosa.
Suggerisco quindi ai consiglieri di amministrazione di ripartire dai confini dei ruoli e delle funzioni che contraddistinguono l’attività del CdA Rai e della Commissione parlamentare di Vigilanza. Confini chiari, non labili, che chi amministra l’azienda di servizio pubblico dovrebbe conoscere perfettamente. Questa lettera, tuttavia, dimostra il contrario, e ci dice che la strada da percorrere è ancora molto lunga.

Roberto Fico

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