Le proposte rivolte ai giovani dai partiti fa riflettere

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Ascoltare le proposte rivolte ai giovani dai partiti fa riflettere sul tipo di mondo che hanno in mente. Pochi giorni fa ho sentito Salvini parlare (anche se non è la prima volta) della necessità di tornare al servizio di leva obbligatorio per insegnare ai giovani il rispetto.

Sorvolerò sull’effetto che penso abbia avuto su di lui l’esperienza della leva (quantomeno in termini di rispetto verso gli altri), faccio presente al leader della Lega che esistono da anni diversi modelli di apprendimento informali che l’Unione europea sostiene per valorizzare negli Stati Membri i ragazzi e le ragazze, per crescere e formarsi in ambienti diversi da quelli scolastici in modo da poter sviluppare skills che si possano spendere nel mondo del lavoro, a fianco a quelle acquisite nei percorsi scolastici.

Una tra queste esperienze è il Servizio Civile Universale. Solo in questo anno, grazie dai fondi del pnrr (quelli portati in Italia non esattamente da Berlusconi…), abbiamo messo a bando 64 mila posti: il numero più alto di sempre in Italia! L’ultimo avviso, pubblicato il 2 agosto, prevede la selezione di 2613 volontari in due settori sperimentali del servizio civile: digitale e ambientale, con tanto di certificazione delle competenze acquisite.

I modelli di formazione sono cambiati e incaponirsi pensando che la coercizione possa insegnare ai ventenni di oggi la vita è sintomo di una visione paralizzata al nostalgico del “si stava meglio quando si stava peggio”. Perfettamente in linea con l’idea che i giovani debbano lavorare con contratti scadenti, con paghe poco dignitose e accettando l’idea di essere descritti come scansafatiche, incapaci, figli del benessere, svogliati, ecc. Forse da chi non ha completato un ciclo di studi e non ha una professionalità non potevamo aspettarci altro ma i leader della destra oggi sono questi e ambiscono a ruoli di leadership nel Paese senza la minima competenza. Nel mercato del lavoro sarebbe una barzelletta.

Parliamo delle persone che vogliono usare l’intelligenza artificiale per ridurre il mismatch domanda e offerta di lavoro, sanzionando i giovani che non accettino i lavori che vengono loro proposti indipendentemente dal motivo dei rifiuto. Non c’è leadership decente senza una solida formazione di base e queste proposte confermano quanto affermo.

Il resto del mondo parla di modelli flessibili di organizzazione che permettano di lavorare dove meglio si riesce a produrre, di smart cities come spazi per attrarre i cd nomadi digitali, di salari di base minimi, di tutele per i lavoratori digitali, di gamification nei modelli di apprendimento. Questo è il tipo di programma che mi aspetto da chi si candida a governare una nazione o quantomeno da chi aspira a farsi votare da chi è giovane. Non chiediamo la luna ma una classe politica anche solo in grado di comprendere quanto ho scritto basterebbe.

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