L’Italia rock di cui abbiamo bisogno

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Ho ricevuto moltissimi messaggi in questi anni ma mai col calore di questi giorni. Milioni di dipendenti pubblici sono stati difesi da un ministro che si è limitata umilmente a dire la verità sul loro conto.
Raccontare la banale verità dell’impegno quotidiano, della dedizione al lavoro di tanti italiani è forse stata la mia più grande impresa. Insieme abbiamo innescato una rivoluzione che non può essere più fermata. Meritiamo anche noi il nostro pezzo di futuro.

Ora rappresento le politiche giovanili ma non è questo che abbiamo fatto insieme alla funzione pubblica l’ultimo anno e mezzo? Siamo tornati a studiare per affrontare sfide apparentemente insormontabili: lavorare da remoto, senza orari, senza pause, senza pretese. Siamo stati rock!
Abbiamo introdotto e imposto temi sull’agenda politica nazionale che erano visionari e li abbiamo resi concreti giorno per giorno. Ridevano. Sminuivano. Ma non abbiamo mollato e li abbiamo fatti imbarazzare della loro miopia. Noi sulla transizione ecologica abbiamo investito più di un decennio fa, ci voleva un gran coraggio.

La digitalizzazione ha puntato dritto l’obiettivo verso l’interconnessione delle banche dati, lo smart working ha imposto la reingenierizzazione dei processi amministrativi. Voi ci avete messo l’ingrediente segreto, il segreto di pulcinella a dire la verità: l’impostazione culturale adatta. Un radicale cambio di mentalità senza il quale nessuna innovazione tecnologica potrà avere attuazione.
Abbiamo lavorato in maniera efficiente nonostante una crisi senza precedenti facendo risparmiare soldi a cittadini e Stato. Efficienza, efficacia e coraggio.

Qui trovate un riassunto del mio operato, c’è la testa, una grande attenzione ai dettagli, ma vado fiera soprattutto del cuore che è stato messo in questo lavoro. Spero possa servire per ispirare qualcuno al coraggio della spinta innovativa necessaria per portarci fuori da questa crisi.

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