MAFIA – DADONE (M5S): EMENDAMENTO A DECRETO PA CONTRO ASSENZA NORME IN ZONA TRANSFRONTALIERA DEL TAV

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Il 9 aprile il Senato ratifica l’accordo tra Italia e Francia sul Tav. Di fatto la Torino-Lione diventa legge(N. 71/2014) e con essa anche la disposizione (all’articolo 10) secondo cui la zona a ridosso del confine da un lato e dall’altro, la cosiddetta sezione transfrontaliera, sarà, assoggetta al diritto francese… esclusivamente al diritto francese.

Questo significa, ad esempio, che tutta una serie di questioni relative alla regolamentazione delle attività dei cantieri, delle ditte e dei lavori che saranno svolti non interesseranno il nostro diritto. Si va dall’ordinamento sul lavoro fino all’autorità competente per monitorare e verificare le procedure in essere.

Tra queste norme nostrane che non potranno essere applicate, poiché non presenti nell’ordinamento francese, c’è quello che per il Governo italiano è, evidentemente, un inutile tassello: il codice antimafia.

Non potendo essere applicato, l’autorità giudiziaria italiana, ma in generale qualsiasi soggetto con poteri ispettivi, di controllo e di sanzione non può vedere né intervenire. Dopotutto perché dovrebbe, i cantieri della TAV non si stanno affatto dimostrando permeabili alle infiltrazioni mafiose!

Fatto sta, che da quando l’accordo è arrivato alla Camera abbiamo sollecitato il Governo a riconsiderare, sul piano diplomatico e internazionale, le disposizioni che prevedono di fatto la cessione della sovranità nella sezione transfrontaliera. Ovviamente, zero risposte. Noi puntiamo indichiamo la Luna e loro, come al solito, guardano il dito.

Dopo l’ennesima battaglia in aula al Senato in occasione della ratifica dell’accordo ho depositato una interrogazione al Governo per avere risposte: cosa intende fare per i cantieri TAV per i quali non sarà possibile applicare le norme e usare gli strumenti di indagine e prevenzione della infiltrazione mafiosa?

Silenzio assordante, si dice in questi casi. Ma, con noi purtroppo per loro c’è sempre un ‘ma!’, in vista del decreto legge sulla riforma della Pubblica Amministrazione (n. 90 del 24 giugno 2014 – AC 2486) abbiamo deciso di proporre con l’emendamento 30.8 a mia prima firma che si assegni alla rinnovata Autorità Nazionale Anticorruzione anche poteri ispettivi e di controllo nella zona transfrontaliera in funzione consultiva nei confronti dell’autorità francese competente.

In base all’accordo non si può applicare il codice antimafia (dlgs 159/2011) ma sulla scorta del codice e delle norme che rafforzeranno il ruolo dell’ANAC nell’ambito dei contratti pubblici vogliamo individuare una nuova funzione di ‘osservatore’.

L’ANAC, quindi, secondo la nostra proposta potrà avvalersi dell’attività della Direzione Distrettuale Antimafia nonché della Prefettura di Torino e sulla base del monitoraggio segnalerà all’autorità competente francese le eventuali situazioni di illeciti e più in generale le situazioni di rischio.

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