Non c’è innovazione senza il coraggio della creatività

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Creatività è la parola su cui verte questo evento e a mio avviso questa parola è il collante di tutti i processi di cambiamento che stiamo mettendo in atto: dall’innovazione tecnologica al cambiamento culturale necessario perché questa sia concretamente utile all’Italia. La creatività porta innovazione e l’innovazione ci spinge alla formazione continua, alla reingegnerizzazione dei processi mentali e di lavoro.

Io, come sapete, rappresento l’amministrazione pubblica e molto si è detto dell’amministrazione ma ahimè non si è mai detto che questa abbia saputo negli anni essere creativa. Creatività e innovazione sono concetti lontani dalle burocrazie e vicini all’imprenditoria privata eppure l’innovazione e quel pizzico di creatività nell’apparato pubblico sono il volano che tutti attendono per la ripartenza economica del Paese.

E’ un dovere, oggi più che mai, in piena crisi economica e identitaria, sovvertire le basse aspettative che si hanno della capacità dello Stato italiano di innovarsi. Io sono qui per copiare tutto quello che posso da voi, per rubare la vostra creatività. Picasso ripeteva che i buoni artisti copiano, i grandi artisti rubano. E noi non ci siamo mai vergognati di rubare grandi idee.

A me piace questo modo di pensare perché è molto pratico, non abbiamo bisogno di mettere bandiere o intestarci un cambiamento epocale che segnerà una rottura netta col passato, non abbiamo bisogno di propagandare successi ma di metterli in atto per le generazioni future. Abbiamo bisogno di investire sulla creatività.

Quando a febbraio fui costretta a reagire con creatività iniziando il lungo percorso dello Smart working, ero molto spaventata, ero circondata da scetticismo, nessuno scommetteva su questa mossa, molti attendevano la débâcle. Essere creativi è terribile, spaventa, ci isola. Ma non mi ero inventata nulla, avevo rubato una grande idea e avevo scommesso sugli italiani.

Non ci potrà essere innovazione senza il coraggio della creatività e senza un forte, folle, atto di fiducia verso i cittadini italiani. Eventi come questo parlano dei successi di cui abbiamo bisogno, spingono le persone a credere negli italiani e nell’Italia. Chi fa politica deve scommettere su questo o non sarà mai in grado di innescare vera innovazione, quella che parte dalla fiducia reciproca.

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