Procedure più semplici e tempi precisi. Batteremo il falso mito del fannullonismo

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La mia intervista di oggi a La Stampa, di Paolo Baroni.

Ministro, di semplificazioni e di «Pa amica dei cittadini» si parla da sempre: perché questa dovrebbe essere la volta buona?

Perché è già successo, dallo smart working al principio del “once only”, che prevede l’interconnessione delle banche dati, per non parlare dello sblocco dei cantieri dei Comuni e delle altre misure già concretizzate. C’è molta strada davanti a noi, ma per una volta possiamo parlare anche al presente e al passato sulle cose fatte. Abbiamo iniziato e siamo sulla strada giusta.

Il fattore tempo non è una variabile secondaria, eppure il decreto è stato approvato salvo intese e quindi tarderà ad entrare in vigore…

I nodi politici sono stati sciolti e lo stacanovismo che contraddistingue il lavoro di questo Governo fa ben sperare. Nessuno si sta risparmiando e se le riunioni ci fanno fare le notti in bianco, le facciamo senza fiatare. Peraltro stiamo parlando di opere a volte ferme da decenni: adesso saremo rapidi.

Cosa prevede la sua agenda?

Procedimenti snelli, tempi certi, una semplificazione vera e profonda fatta assieme a Regioni ed enti locali. In più, proseguiamo l’opera di digitalizzazione delle procedure e dei servizi, in modo da avvicinare i cittadini alla Pa. Rafforziamo il dialogo informatico tra le banche dati per cancellare richieste superflue di dati o informazioni a cittadini e imprese. Cerchiamo di estendere la modulistica standard, eliminiamo pareri e autorizzazioni inutili, favoriamo l’installazione di colonnine per la mobilità elettrica e acceleriamo gli scavi per la banda ultra larga.

Finalmente si misureranno i tempi di risposta ai cittadini.

È prioritario cambiare l’idea che si è costruita dell’amministrazione italiana, un’immagine lesiva per milioni di lavoratori per bene e dalla mia nomina a ministro non ho voluto cedere su questo fronte: non è il dipendente pubblico ad essere fannullone ma, se vogliamo generalizzare, il fannullone è stato il politico senza visione degli ultimi anni. Misurare i tempi serve anche per concretizzare l’idea di una Pa che lavora per obiettivi. Mettiamo in una certa qual misura gli enti in competizione e faremo in modo che il controllo dei cittadini favorisca la diffusione di pratiche virtuose. I risultati delle Pa saranno una risposta inoppugnabile alla narrazione trita sul “fannullonismo”.

Sono previste sanzioni per le amministrazioni che tardano a rispondere o che magari frenano l’attuazione del piano?

Preferisco lavorare sugli stimoli positivi piuttosto che sulle sanzioni, al netto del fatto che tutto deve rientrare nella misurazione e valutazione delle performance, con le conseguenze del caso anche sul fronte degli incentivi retributivi. E comunque se una amministrazione non risponde entro i termini, non può più intervenire dopo e l’istanza si considera accettata. I provvedimenti tardivi saranno inefficaci.

Banche dati e interoperabilità quando inizieranno a dare i loro frutti?

Il dato è fluido e vorrei stabilire velocemente dei principi col Garante della Privacy per scindere il dato “di libero utilizzo tra Pa”, quello accessibile con preimpostati accordi quadro e quello accessibile con specifica causale nel caso non rientri tra quelli precedenti. Il piano Pisano prevede data center centralizzati. Ma se tardassero ad arrivare, cercherò interlocuzioni con gli interessati, affinché si inizi subito con gli strumenti esistenti, anche come semplice aiuto iniziale.

Implementate l’uso dell’app «loPa», per fare cosa?

Se ne sta occupando in prima battuta il ministro Pisano. Sicuramente sarà utilissima per le autocertificazioni, i pagamenti, l’accesso a molti servizi. Ovviamente diventa più efficace via via che le amministrazioni aderiscono e le funzioni aumentano. Semplificare significa avere tutto in un luogo e non c’è mai un punto di arrivo, ma è un viaggio in itinere.

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