Approvato odg alla Camera sul Reddito di cittadinanza individuale per la persona che denuncia il partner violento

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Di Antonello Portera, avvocato e consigliere comunale di Savigliano (CN)

Oggi ho un motivo di soddisfazione particolare, forse non solo personale!

C’è stato un importante passo avanti per una iniziativa che avevo annunciato per la prima volta nel novembre scorso nel Consiglio Comunale della mia città (Savigliano) e che poi avevo diffuso sui social e trasmesso a diversi parlamentari nelle forme più varie.

Oggi, nell’aula di Montecitorio il Governo ha accolto un ordine del giorno che riportava la mia proposta di reddito di cittadinanza a favore della vittima di violenza domestica, così come l’avevo circostanziata.

Non è ancora legge, ma nella futura iniziativa legislativa il Governo dovrà ormai tenere conto di questo impegno formale assunto di fronte al Parlamento.

L’ordine del giorno prevede l’introduzione di:

specifiche misure economiche in favore delle vittime che denunciano il proprio aguzzino, persona cui siano legate da unione civile, relazione affettiva – in corso o cessata – o convivenza stabile, laddove la denuncia di tali fatti illeciti non risulti manifestamente infondata;
tale provvedimento costituirebbe, in generale, un incentivo per la denuncia che, come illustrato, scongiurerebbe il perpetrarsi di ulteriori violenze, ma in particolare (e soprattutto) nei casi – non infrequenti – di vittime non economicamente autosufficienti, offrendo loro una prospettiva anche in termini di sostegno economico, seppur, in ipotesi, anche solo temporaneo.
Per una maggior efficacia della misura nei termini illustrati sarebbe auspicabile, altresì, prevedere che la convivenza – laddove in essere – cessi nell’immediato e non riprenda; requisito indispensabile per non perdere il diritto al sostegno che, con il presente ordine del giorno, si propone; peraltro ben si potrebbe prevedere un diritto di rivalsa dello Stato nei confronti del partner violento, qualora sia condannato in via definitiva, in tal modo generando un auspicabile cambiamento dei “rapporti di forza” all’interno della coppia, considerato che il partner violento avrebbe, dunque, ragione di temere che la vittima sia più determinata nello sporgere denuncia.”

Aggiungo che un pregio di questa misura, così congegnata, sta nel fatto che l’uomo violento deve temere la causa non dalla donna (che crede di poter condizionare) bensì dallo Stato in via di rivalsa. In altri termini si solleva la donna da una ipotetica battaglia legale contro il suo carnefice.

A questo punto occorrerà rinvenire le risorse per un fondo apposito ed individuare i paletti normativi necessari per scongiurare gli abusi.

Ringrazio la cittadina deputata (e carissima amica!) Fabiana Dadone, vera “portavoce” dei cittadini, per aver promosso l’iniziativa in Parlamento (non avevo mai sentito i “palazzi del potere” così vicini ed accessibili!) e auspico che tutte le forze della società civile sensibili a questo tema si adoperino per favorire l’introduzione definitiva della misura nella nostra legislazione nazionale.

Come avevo scritto: si può fare!

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