Riforma Costituzionale: facciamo il punto

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Sul referendum sul disegno di legge costituzionale e sulla delicata questione della legge elettorale domina il caos nelle dichiarazioni del Governo Renzi.
Ricapitoliamo in breve quanto successo:

Il Governo Renzi ha presentato alle Camera, oltre un anno fa, una riforma costituzionale e una legge elettorale.
Le due riforme sono concatenate perchè fanno parte dello stesso progetto che crea un presidenzialismo di fatto, accentrando poteri in un Governo (non eletto dal popolo) che sarebbe sempre più forte e garantendo allo stesso una stabilita’ parlamentare data dai numeri del premio di maggioranza abnorme, garantito dall’Italicum (detto anche prcellum 2.0).

Il Governo, dopo accese discussioni e accordi al ribasso, non solo sostituisce nelle commissione affari costituzionali, i dem che avanzano timide perplessita’ nei confronti del progetto Renzi e Boschi ma addirittura pone la fiducia sui provvedimenti annientando del tutto il dibattito parlamentare, ossia non permettendo di fatto ai parlamentari, i veri rappresentanti dei cittadini (a differenza del Governo), di poter discutere su quanto da loro decretato.
Il pacchetto e’ chiuso. Non si modifica più nulla!

Non avendo però il Pd i 2/3 dei voti parlamentari richiesti da Costituzione la Boschi annuncia il referendum. Decidano i cittadini: o si o no!
Nel dubbio Renzi trasforma il voto del referendum nel voto su se stesso: Renzi si o Renzi no!
Nel frattempo si tengono le elezioni amministrative di moltissime città tra le quale Roma e Torino. Il M5S vince 19 ballottaggi su 20 e conquista la Capitale con una maggioranza notevole.

Ecco che si riapre il discorso su tutto il pacchetto. Renzi afferma che il Parlamento può modificare la legge elettorale perchè (adesso) è nelle sue funzioni… mesi fa non lo era? Eppure lui pose la fiducia!

Apre addirittura, visto che tira aria cattiva sul referendum sul ddl costituzionale, allo spacchettamento dei quesiti. Niente “Renzi si o Renzi no”, niente “o cosi o niente” ma diversi quesiti stavolta sul merito delle questioni.

La sensazione è che stiano navigando a vista, con la paura che li attanaglia.
Si sono resi conto che i cittadini sono stufi e che sono tutt’altro che polli da spennare!

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