Semplificazione e smart working – Intervista a Fortune Italia

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Le sfide e i ritardi della macchina pubblica secondo il nuovo ministro Fabiana Dadone. Dalla digitalizzazione ai ‘furbetti del cartellino’, fino alla svolta green. Di Caterina D’Ambrosio 

Non lasciatevi ingannare dallo sguardo mite, perché lei, il ministro Fabiana Dadone, titolare del ministero della Pubblica Amministrazione, mite non lo è affatto. Avvocato, 35 anni, gli ultimi sei passati a Roma ad occuparsi di Affari Costituzionali, legge elettorale e fenomeni mafiosi. “Volevo far parte di Medici senza Frontiere – ci racconta – poi in qualche modo la vita decide per te. Non sono mai stata una persona che segue programmi precisi, in effetti”. Eppure il suo percorso non sembra essere solo il frutto del caso. “Sono contenta di quello che faccio, anche se non pensavo mi sarei occupata di Pubblica Amministrazione, ma per chi come me ama studiare imparare è facile. Sono una che si appassiona”.

E di passione ce ne vuole tanta per mettere mano all’enorme e complessa macchina dello Stato. Cominciamo dalle buone notizie. 

Una buona notizia in effetti c’è già e riguarda il rinnovo del contratto 2019-2021 per il quale in manovra sono stati previsti quasi 3,2 mld euro per gli oltre 3,5 milioni di dipendenti pubblici. Un risultato per nulla scontato e che, stando alle previsioni, ci consente di recuperare il 3,5% di potere d’acquisto con aumenti medi di circa 96 euro in busta paga. Una risposta concreta alla necessità di valorizzare chi lavora per lo Stato, in modo da introdurre e rafforzare quelle innovazioni e buone pratiche che ci consentiranno, come promesso, di offrire a cittadini e imprese una pubblica amministrazione amica, snella, efficiente, sempre più al passo con i tempi e rispondente alle esigenze di rilancio del sistema Paese.

Nota dolente, la digitalizzazione. Necessaria più che mai a questo punto. 

Sicuramente è una scommessa enorme, c’è un tema di divario digitale che è assolutamente da affrontare e superare; dall’altro lato la formazione del personale all’interno della pubblica amministrazione e di coloro che devono subentrare. Uno scenario che va di pari passo con la semplificazione sulla quale stiamo già investendo. Lo slogan “la P.a. in uno smartphone” deve diventare un obiettivo, uno strumento attraverso il quale i dipendenti pubblici possano misurare il loro know how e di accedere a corsi online, altrimenti rimane un guscio vuoto.

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