Sempre più poveri: il FMI condanna Renzi, Gentiloni e anche sé stesso

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Ora che anche il Fondo Monetario Internazionale certifica che gli italiani si stanno impoverendo, come faranno Renzi, Gentiloni, Padoan e tutta la galassia che gravita intorno ai partiti a mascherare il loro fallimento? Nell’ultimo rapporto sull’Italia del FMI si legge letteralmente che “Gli italiani in media guadagnano ancora meno di due decenni fa“. Il reddito pro-capite, cioè il reddito nazionale diviso per il numero di abitanti, non mente. Se alla riduzione di questo parametro aggiungiamo l’aumento della diseguaglianza sociale, che è sotto gli occhi di tutti, la conclusione politica diventa chiara: i governi degli ultimi anni, da Monti a Gentiloni passando per Letta e il “rottamatore” Renzi, hanno scaricato una crisi senza precedenti sulle spalle delle classi più deboli e del ceto medio.

Secondo il FMI servirà un decennio solo per tornare ai livelli di reddito pro-capite pre-crisi (2007), ma potrebbero servirne ancora di più visto che la fragilissima crescita dell’ultimo biennio è stata trascinata da condizioni esterne favorevoli, come il basso costo del petrolio, l’abbassamento dei tassi di interesse provocato da Draghi e qualche margine di flessibilità sul deficit che la Commissione Europea è decisa a rimangiarsi nei prossimi anni.

Si sta realizzando, in pratica, ciò che abbiamo sempre detto: Renzi ha preso tempo, usando la flessibilità di bilancio per illudere i cittadini italiani e convincerli a votare la sua riforma eversiva delle istituzioni. Ha fallito, e ora Gentiloni, altro fedele esecutore dell’austerità europea,deve fare il lavoro sporco sotto dettatura di Padoan e di Bruxelles.

D’altra parte lo stesso FMI che ha distrutto la Grecia insieme a Bce e Commissione europea “suggerisce” all’Italia di fare ancora più austerità di quanto ci chiede l’Europa, portando il bilancio strutturale, cioè quello al netto del ciclo economico, in surplus dello 0,5% nei prossimi anni. E c’è di più: nello stesso rapporto sempre gli uomini del FMI rilevano che la produttività è bassa e gli investimenti sono crollati del 25% rispetto al 2007. Che sorpresa! Non sarà forse perché la cosiddetta “austerità espansiva” che la Troika ha sempre caldeggiato è una balla pazzesca, un vero scempio alla scienza economica?

L’Italia può risollevarsi solo ripudiando tutto il pacchetto neoliberista degli ultimi 20 anni, e tornando a sviluppare una politica economica a misura di lavoratori, piccole medie imprese e risparmiatori. Basta freddi tecnici mandati da Bruxelles a liquidare le nostre ricchezze accumulate nei decenni, basta finti rinnovatori controllati a vista d’occhio da Padoan, e basta lezioncine dalle “istituzioni terze”, che in realtà sono il braccio armato degli interessi della grande finanzia nazionale e internazionale.

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