Smart working almeno al 50% per tutelare salute e servizi

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Ho appena firmato il decreto che, come preannunciato ieri sera dal Presidente Conte, definisce concretamente l’attuazione del lavoro agile anche alla luce degli ultimi Dpcm del 13 e del 18 ottobre.

Dobbiamo evitare un nuovo lockdown generalizzato. I cittadini e le imprese non possono scegliere se rivolgersi o meno alle Pa e per questo è importante coniugare le esigenze di salute e sicurezza di tutta la nostra comunità con la necessità di garantire servizi sempre accessibili e di qualità. Questo deve essere chiaro: è la sfida che attende ogni amministrazione e ogni singolo dipendente pubblico del Paese.

Sinteticamente:

– i dirigenti assicurano il lavoro agile almeno al 50% del personale impegnato in attività da poter svolgere a distanza, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale e con modalità semplificate ancora fino al 31 dicembre 2020. A tutela della salute e della sicurezza le amministrazioni assicurano percentuali più elevate possibili di lavoro agile, anche in base alla loro capacità organizzativa e tecnologica, garantendo comunque l’accesso, la qualità e l’effettività dei servizi ai cittadini e alle imprese;

massima flessibilità di lavoro con turnazioni e alternanza di giornate lavorate in presenza e da remoto, comunque nel rispetto delle misure sanitarie e dei protocolli di sicurezza, anche prevedendo fasce di flessibilità oraria in entrata e in uscita;

– si adeguano i sistemi di misurazione e valutazione della performance alle specificità del lavoro agile per verificare l’impatto sui servizi e le attività e si monitorano le prestazioni rese in smart working anche in base alle segnalazioni di utenti e imprese;

– il lavoro agile è senza vincoli di orario e luogo di lavoro, ma può essere organizzato per specifiche fasce di contattabilità senza maggiori carichi di lavoro. Ai lavoratori sono garantiti tempi di riposo e diritto alla disconnessione. Chi è in quarantena o fragile può comunque svolgere il lavoro agile;

– le PA si adoperano per mettere a disposizione i dispositivi informatici e digitali ritenuti necessari, ma comunque rimane consentito l’utilizzo di strumentazione di proprietà del dipendente;

– nella rotazione del personale, l’ente fa riferimento a criteri di priorità: condizioni di salute dei componenti del nucleo familiare del dipendente, presenza di figli minori di 14 anni, distanza tra la zona di residenza/domicilio e la sede di lavoro, numero e tipologia dei mezzi di trasporto utilizzati e relativi tempi di percorrenza.

Lo Stato non arretra, teniamo assieme la necessità di contrastare la pandemia con l’obiettivo fondamentale di sostenere la ripresa dell’Italia.

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