Smart working per il futuro del lavoro pubblico oltre l’emergenza

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Le amministrazioni hanno reagito con forza e abnegazione, nella delicata fase emergenziale, di fronte a una novità come il lavoro agile. A dirlo non sono solo io, ma i dati pubblicati dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.

Secondo lo studio, lo smart working d’emergenza ha interessato 1,85 milioni di dipendenti pubblici su poco più di 3 milioni. Quasi sei lavoratori pubblici su 10 hanno testimoniato di essere riusciti a svolgere tutte le loro attività da remoto. Metà di loro ha evidenziato un aumento dei servizi per l’accesso sicuro ai dati e un incremento della dotazione di software per la collaborazione. E oltre metà ha segnalato una crescita delle proprie competenze digitali, mentre nel 42% dei casi si è iniziato a ripensare i processi aziendali.

Lo smart working a regime aiuterà anche la reingegnerizzazione dei processi in chiave digitale.

Bisogna ancora fare tanto, dobbiamo aumentare le dotazioni tecnologiche per le quali abbiamo già snellito gli iter di acquisto, dobbiamo tutelare i diritti del lavoratore e minimizzare i rischi psicologici grazie una sana alternanza tra lavoro in presenza e da remoto.

Il cammino, però, è segnato.
E ci condurrà verso una Pa sempre più interattiva, sempre più vicina a cittadini e imprese. Più smart!

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