Sulle ONG ha ragione il MoVimento 5 Stelle: #ChiedeteciScusa

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Oggi due importanti quotidiani nazionali (Corriere e Messaggero) pubblicano stralci del rapporto su cui si basa l’indagine della Procura di Catania. Si tratta di un documento riservato di 20 pagine, datato 10 aprile e proveniente ancora una volta dall’agenzia europea Frontex. Il dossier dimostra che il MoVimento 5 Stelle ha ragione: sulle ONG bisogna continuare a indagare e bisogna rispettare e tutelare il lavoro di magistrati coraggiosi come il procuratore di Catania Zuccaro.

“Nel 90 per cento dei salvataggi eseguiti dalle navi delle Organizzazioni non governative nel 2017 – si legge -, le imbarcazioni coinvolte sono state individuate direttamente dalle Ong e soltanto in seguito è stata data comunicazione al centro operativo della Guardia costiera a Roma”. Nello stesso documento si riporta un episodio in cui “due mezzi veloci della Golfo Azzurro [nave della ONG Proactiva Open Arms] hanno interferito con la navigazione di un’imbarcazione della Guardia costiera libica che stava rientrando in Libia e hanno convinto l’ufficiale a bordo a trasferire i migranti sul proprio mezzo” per portarli in Italia.

Dopo l’operazione, la Ong in questione “pubblica online le immagini del salvataggio” e “dichiara che i migranti sono stati salvati a 60 chilometri dalla costa”, ma “in realtà – si legge ancora nel documento Frontex – l’incidente è avvenuto a 36 chilometri dal litorale libico che si trova a 16 chilometri dalle acque territoriali. Alle 8,10 la Golfo Azzurro dichiara alla sala operativa di Roma di aver preso a bordo 22 migranti. Nessun cenno viene fatto alla presenza della Guardia costiera libica”.

Non solo. La Procura di Trapani avrebbe messo sotto inchiesta un’altra Ong aprendo un’indagine per favoreggiamento all’immigrazione clandestina per missione navale “umanitaria” non richiesta. Il sospetto è che un’imbarcazione sarebbe entrata in azione senza un SOS dei potenziali naufraghi o una richiesta di intervento delle autorità italiane.

Questi due episodi confermano una volta per tutte sia le denunce mosse dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, sia le perplessità sollevate dal MoVimento 5 Stelle sull’argomento. C’è chi, con toni retorici e demagoghi, in questi giorni ha tentato di ridurre il dibattito sulle operazioni in mare ad una mera polemica da bar, tra chi ritiene che le vite debbano essere salvate e chi invece sarebbe pronto a lasciar morire. E’ falso, oltre che politicamente strumentale. Ed è questa, forse più di ogni altra cosa, la vera grande speculazione sulla pelle dei migranti, specie perché giunge da chi, come il Pd, predica “pace e amore” e poi, oltre a tagliare ogni anno i fondi alla Cooperazione internazionale (volti a stabilizzare le aree di crisi all’origine dei flussi), annuncia un aumento delle spese militari dell’Italia (fino al 2% del Pil nell’ambito dell’accordo Nato) per una cifra che varia tra i 13 e i 15 miliardi di euro in più ogni anno.

Sono le stesse persone convinte che le guerre si risolvano con altre guerre, le stesse che restano in silenzio di fronte ai bombardamenti dei sauditi in Yemen, effettuati peraltro con le nostre bombe, o che sorvolano di fronte alla “madre di tutte le bombe” (MOAB, l’ordigno non nucleare più potente al mondo) sganciata dagli Usa in Afghanistan, come a testimoniare, ancora una volta, il fallimento di un intervento militare che si protrae ormai da oltre 15 anni.

Noi lezioni di democrazia da questa gente non ne prendiamo. Il dossier di Frontex riportato oggi da alcuni organi di stampa e l’inchiesta aperta dalla Procura di Trapani dimostrano che avevamo ragione noi e che i dubbi del procuratore Zuccaro sono fondati. Sentire che l’intento del M5S sia stato quello di gettare fango su tutte le Ong indiscriminatamente è paradossale: fare luce su coloro che operano all’oscuro e che sono accusati di comportamenti illeciti potrà solo arrecare un beneficio al comparto e a tutte quelle Ong che invece spendono risorse ed energie per fini sociali e umanitari. Se l’alternativa sarebbe dovuta essere il silenzio, noi abbiamo scelto, come sempre, la trasparenza. E ne andiamo fieri.

Oggi qualcuno ci deve delle scuse. A tutto il MoVimento 5 Stelle e in particolare a Luigi Di Maio che è stato vigliaccamente attaccato da tutti i partiti e i media.

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