UNA PA APERTA AI GIOVANI È UNA PA CHE GUARDA AL FUTURO

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Il decreto legge adottato ieri rappresenta un importante passo avanti nel complesso quadro della pandemia. Non possiamo chiudere tutto né riaprire ignorando i dati, quelli veri e tangibili, bisogna mantenere salda la barra sulla responsabilità e, anche se chiediamo ai cittadini e alle imprese ancora uno sforzo, con uno sguardo fiducioso al futuro. Un esempio è la ripresa dei concorsi pubblici che, confermando quanto previsto da norme già in vigore, corrobora la bontà delle scelte fatte in precedenza in continuità con l’ultimo esecutivo.

A partire dal decreto legge n. 18 e passando per quello n. 34 del 2020, infatti, come Ministro per la Pa avevo scelto di snellire le procedure concorsuali, ancorché la pandemia avesse rallentato e poi bloccato la possibilità di svolgere in presenza le sessioni di concorso. Per questo avevo deciso di ricorrere alla soluzione delle sedi decentrate e alla informatizzazione delle prove, cogliendo l’occasione di portare la PA nel mondo dell’innovazione digitale a 360 gradi, sempre nel rispetto dell’articolo 97 Costituzione. Vale la pena ricordare che migliaia di LSU sono stati stabilizzati proprio grazie al proctoring.

Il nuovo decreto-legge conferma, quindi, la validità di quel percorso e di quelle scelte permettendo di fare un altro passo verso una Pa rinnovata. L’auspicio è che la semplificazione delle procedure attraverso la comparazione dei titoli ai fini dell’ammissione alla selezione non incida negativamente sulla opportunità di accesso dei giovani neodiplomati e neolaureati, o di quelli che versano in condizioni meno agiate, che, anche se meritevoli, al momento del concorso potrebbero non avere avuto il tempo o la capacità economica di acquisire ulteriori titoli.

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