Firme false. I gravi errori del Pd di Savigliano

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Le parole del M5S sulla vicenda delle firme false a Savigliano

Antonello Portera, cittadino comune di Savigliano, da almeno 50 anni conosce le qualità di Claudio Cussa, persona per bene e persona generosa e disponibile con tutti. Non cambierò certamente idea adesso per questa vicenda!

Il capogruppo del M5S in questo consiglio comunale augura a Claudio Cussa ed augura al Sindaco di Savigliano di uscire al più presto da questa spiacevole vicenda, con l’accertamento della sua piena estraneità ai fatti.

Dico subito che noi qui non ci troviamo a parlare di colpevolezza di alcuno, non è compito nostro; sarebbe improprio e scorretto dare per scontati fatti che invece son tutti da verificare così come sarebbe scorretto attribuire alle opposizioni una presa di posizione che parta dal presupposto di una scontata condanna. Nessuno può attribuirci questa intenzione

Qui oggi dobbiamo discutere e discutiamo con le carte che ci sono in tavola, e queste sono le carte di una procedura in corso. Punto!

Noi chiediamo un passo indietro non solo al sindaco ma anche alla giunta, alla maggioranza e al Consiglio Comunale in blocco e tale richiesta, TENIAMO A PRECISARE CON FORZA, non è dettata da interessi politici di parte, ma da una esigenza civica che vale per una amministrazione verso la quale siamo all’opposizione, quanto varrebbe per una ipotetica amministrazione da noi sostenuta.

L’esigenza di un passo indietro è legata a diversi fattori:

– al tipo di reato ipotizzato, visto che è un reato che attiene alla vita amministrativa della città e non a vicende personali;

– al tipo di strategia difensiva, in questa fase particolarmente riservata, che ha mostrato di voler (legittimamente) adottare il Sindaco;

– più di tutto al tipo di reazione della maggioranza di questo Consiglio comunale.

Riteniamo che nella situazione attuale le esigenze di difesa della persona del sindaco entrino chiaramente in contrasto con l’interesse della collettività. Da una parte il sindaco, come privato cittadino, ha una legittima e vitale esigenza di riservatezza; dall’altro lato vi è l’esigenza della stessa persona, nella qualità però di sindaco della propria città, di offrire ai propri cittadini – su quello stesso tema – la massima trasparenza.

Ebbene quale di questi due interessi è PRIORITARIO?

In verità bisogna riconoscere che il Sindaco HA PROVATO a conciliare l’inconciliabile: a fine gennaio ha annunciato – con l’apprezzabile intento di garantire trasparenza agli elettori – di aver ricevuto la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari, con ipotesi a suo carico del reato di falso elettorale.

In questo modo però, volendo essere un po’ trasparente ed un po’ riservato, si è fortemente danneggiato su entrambi i fronti delle proprie DUE partite, infatti:

– da una parte si è danneggiato come cittadino comune, in quanto la sua strategia difensiva lo induceva piuttosto ad un atteggiamento di riserbo; così facendo invece ogni parola che viene detta pubblicamente può teoricamente nuocergli in sede giudiziale;

– dall’altro lato si è danneggiato rispetto alla sua funzione pubblica, come sindaco, sia perchè si è inesorabilmente indebolito, sia perchè nonostante l’atto di trasparenza, non ha potuto essere trasparente a tal punto da tranquillizzare la comunità cittadina sulla piena regolarità di quella vicenda e della situazione attuale.

Purtroppo, quando si devono inseguire due traguardi in direzioni diverse si rischia di non essere efficace nè in un senso nè nell’altro. E’ difficile preoccuparsi di rispondere ai cittadini quando si ha la ben più pressante esigenza personale di rispondere ai magistrati. Ecco le ragioni del passo indietro che viene richiesto.

Dall’altro lato va poi valutato l’atteggiamento della maggioranza, atteggiamento che consideriamo politicamente non accettabile rispetto alla situazione odierna: mentre il Sindaco ha una comprensibile esigenza di riservatezza – per ragioni private – che entra in conflitto con l’esigenza di trasparenza per il suo ruolo pubblico, i consiglieri di maggioranza (come anche quelli di minoranza) hanno SOLO l’esigenza e il dovere di essere trasparenti verso gli elettori.

Chiarezza vogliono i cittadini e chiarezza noi dobbiamo dare: e se non è possibile dare loro chiarezza si deve spiegare perchè non sia possibile darla. Non si può essere reticenti. Già nel primo consiglio comunale noi abbiamo chiesto al sindaco di chiarire l’accaduto, per quanto di interesse della collettività. Abbiamo considerato la sua risposta non soddisfacente, in quanto troppo evasiva (pur comprendendo le ragioni personali della sua riservatezza) ma noi eravamo minoranza e non potevamo ottenere di più. In quell’occasione il Partito Democratico ha affermato di voler considerare l’incresciosa vicenda per il momento come la fantasia di una persona, salvo rivalutare il tutto nel caso in cui la magistratura avesse posto concretamente il problema. Ora si tratta di capire quale sia da considerarsi il momento in cui la magistratura pone concretamente il problema.

Il glissare sull’argomento, il rimando puro e semplice all’operato della magistratura ed alla fiducia nella stessa da parte dei tre gruppi di maggioranza che sostengono il sindaco, ma che non lo difendono sul punto, non fa altro che danneggiarlo e indebolirlo ulteriormente: rinnovare la fiducia al Sindaco per il suo operato come amministratore pubblico e tacere del tutto sulla vicenda elettorale non fa altro che indurre impropriamente il cittadino verso la convinzione di colpevolezza rispetto alla quale – pensano i cittadini – i consiglieri di maggioranza da una parte cercano di mantenere le distanze, per tenersi le mani libere nell’eventualità in cui la responsabilità penale dovesse essere accertata, dall’altro lato cercano comunque di mantenere per il momento la posizione acquisita. Questo è il pensiero che viene indotto nel comune cittadino dall’attuale atteggiamento della maggioranza.

Questa maggioranza avrebbe dovuto (e dovrebbe tuttora) chiedere ed ottenere chiarezza dal Sindaco come condizione per rinnovargli la fiducia: o mi dai elementi solidi per poter affermare che sei estraneo alla vicenda (e in tal caso riusciamo a rendere vacua qualunque richiesta di dimissioni delle opposizioni) oppure se non puoi darmeli perchè non ci sono o perchè per ragioni processuali non è oggi opportuno dare pubblicamente alcun elemento, allora è meglio che ti difendi nella sede propria e in Comune ci fermiamo qui. Questo sarebbe stato l’atteggiamento corretto da tenere, SENZA PERALTRO DARE PATENTE DI COLPEVOLEZZA A NESSUNO.

Non penso che quello che sta succedendo qui a Savigliano sia voluto dal Sindaco che probabilmente si sarebbe già dimesso se la scelta fosse stata libera e solamente sua. Ma non penso nemmeno che sia una scelta libera di questa maggioranza.

Almeno così voglio pensare, visto che mi aspettavo da voi consiglieri e da voi assessori un atteggiamento diverso. Qualcosa mi porta a credere che sia una scelta dettata dall’alto.

Ed in effetti questo approccio alla specifica vicenda marca anche una profonda differenza che c’è a tutti i livelli (nazionale e locale) tra M5S e PD. In qualunque contesto civile ad una indagine penale si accompagna sempre una indagine interna dell’organismo interessato, quantomeno per fugare dubbi, prima ancora che la magistratura approfondisca: ciò avviene nelle forze dell’ordine, nelle scuole, nello sport….. (in questo caso, in mancanza d’altro, proponiamo una commissione d’inchiesta).

Prescindendo dal caso di specie, la filosofia del puro rimando all’operato della magistratura, mantenendo nel frattempo la poltrona, è atteggiamento tipico dell’odierno partito democratico come manifestato in numerosi casi anche di rilevanza nazionale; ma tradotto in termini un po’ crudi (e mi scuso dei termini un po’ crudi ma efficaci) vuol dire: noi finchè possiamo preferiamo tenere gli occhi foderati, ci guardiamo bene dall’indagare al nostro interno; io non vedo, non sento non parlo: se poi la magistratura dovesse trovare qualcuno di noi con le mani nella marmellata, allora – e solo allora! – vedremo il da farsi.

Questo è un atteggiamento del tutto contrario ai nostri principi, in quanto riteniamo che sia preciso dovere delle forze politiche ANCOR PRIMA DELLA MAGISTRATURA rassicurare i cittadini che ove dovessero esservi illeciti o anche solo irregolarità sono e saranno per primi proprio i partiti ed i movimenti a garantire chiarezza senza aspettare atti giudiziari di sorta.

E questo è il motivo per cui uno come me non potrebbe mai far parte di un partito democratico il cui padre sia Matteo Renzi, ora coniugato Verdini dopo la recente fiducia nel voto sulle unioni civili.

Ultima cosa: l’eventuale commissariamento del Comune specie se lungo sarebbe veramente cosa spiacevole, ma di questo non potete permettervi di attribuire la colpa o la volontà all’opposizione, neanche indirettamente (Finora – devo riconoscere – non l’avete fatto). Sull’eventuale avvento del commissario per un lungo tempo dovete prendervi e tenervi tutta la responsabilità. La vicenda è nelle vostre mani fin dall’inizio, l’inchiesta era cosa nota, avevate tutto il tempo per affrontare il problema anche nell’ottica di gestire un (più o meno breve) commissariamento.

Credo di intuire (per quanto sta emergendo dalle intenzioni finora espresse) che purtroppo il puro rimando all’operato della magistratura, in merito alla vicenda, farà sì che anche la durata del commissariamento – ove mai dovesse esserci – finirà per essere scandita dagli atti della magistratura piuttosto che dal buon senso di una accorta politica.

Concludo quindi esortando non solo il sindaco, ma ancor di più gli assessori ed i consiglieri di maggioranza, AD UNA SERIA RIFLESSIONE che tenga conto non certo di una condanna (che non c’è) o di una colpevolezza (che ad oggi non è accertata), ma DELLO STATO ATTUALE DEI FATTI, con una situazione di incertezza rispetto alla quale nessuno ha il coraggio di prendere posizione e di fugare dubbi, perchè chi oggi difende il sindaco per il suo operato ma non per la vicenda nella quale è suo malgrado coinvolto, domani non potrà permettersi – in caso di condanna – di dire che non sapeva o che non aveva capito, così come – in caso di proscioglimento o di assoluzione (che al sindaco auguriamo!) – non potrà permettersi di restare sul treno del Sindaco senza aver pagato il biglietto.

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