Hanno ucciso lo Smart Working

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Da oltre un anno la pubblica amministrazione italiana ritorna ad essere meno attrattiva. A dirlo non sono io, non solo, ma l’indagine dell’osservatorio del Politecnico sul lavoro agile.

Sono stati smantellati i POLA, piani organizzativi del lavoro agile, che avevo creato e la (mala) politica, con la copertura del potere mediatico e dei sindacati, ha azzerato le mie riforme. Non mi ricandiderò per tenere fede all’impegno preso nel 2013 ma auspico una reale connessione della politica con il pubblico impiego italiano.

Il Re è nudo e non erano i (pochi) fannulloni il problema della PA ma i (molti) politici e sindacalisti che lavorano per i propri interessi di parte piuttosto che per i servizi da erogare ai cittadini. Lo smart working massivo per contrastare l’isolamento della pandemia che vedeva capofila mondiale proprio l’Italia oggi è definitivamente stato ucciso. E io non ho ancora capito perché.

Ho lottato ogni giorno per difendere le mie posizioni, quelle che ritengo maggioritarie nel Paese reale e tra i dipendenti pubblici. Ma contro di me si sono prima scagliati i sindacati toccando il punto più basso della storia degli scioperi nazionali (aderì l’1% dei dipendenti pubblici), gli stessi che in lockdown cenarono in violazione delle restrizioni col mio predecessore a loro più gradito, poi l’intera classe politica con a seguito giornali e media di parte.

Ho lottato in silenzio per essere costruttiva e non distruttiva nel governo Draghi ma isolata alla lunga non ho retto. A queste elezioni politiche non dimenticate il passato recente, abbiamo commesso errori ma non abbiamo mai cambiato lato, noi siamo sempre stati orgogliosamente dal lato opposto a questo sistema miope e senza risultati, noi siamo sempre stati dal lsNon sarò candidata ma ci saranno persone che la pensano come me e sono i candidati del Movimento 5 stelle, persone perbene, determinate, con le idee chiare e senza conflitti di interesse.

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