Italicum approvato alla Camera… che vergogna!

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Riassumendo i punti peggiori di questa legge elettorale:

1. premio di maggioranza esagerato (53% seggi) con una soglia troppo bassa (37%). Ciò va contro quanto disposto dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 1/2014 (quella che ha bocciato il porcellum).

2. soglie di sbarramento 12% per le coalizioni, 4,5% per le liste che compongono la coalizione e 8% per le liste che concorrono da sole (ex. M5S). In tutta Europa nessun Paese ha soglie tanto elevate, salvo la Turchia.

3. listini bloccati che non permettono la scelta da parte dell’elettore dell’eletto. Ciò potrebbe essere conforme alla sentenza della Corte se però ci fosse conoscibilità da parte dell’elettore, peccato che essendo l’assegnazione dei seggi su base nazionale mai saprò all’elezione di quale candidato contribuirà il voto dato nel mio collegio.

4. effetto roulette grazie all’assegnazione dei seggi su base nazionale. Ciò è risultato evidente dalle simulazioni di calcolo effettuate dal centro studi della camera. In collegi nei quali il M5S prende il 38% dei voti e Scelta Civica 8%, il M5S prenderebbe 0 seggi, Scelta Civica 1. Semplicemente casuale come metodo! Sarebbe stato più democratico estrarre a sorte.

5. possibilità di pluricandidature (in ben 8 collegi). Così i seggi saranno sostanzialmente in mano a 15 persone, le solite, che si garantiranno il seggio nonostante tutto!

6. ballottaggio al secondo turno se nessuna lista raggiunge il 37%. Peccato che l’Italia sia una Repubblica Parlamentare e non una Repubblica Presidenziale. Non votandosi nel nostro sistema direttamente il Presidente del Consiglio né quello della Repubblica, il ballottaggio creerà una ulteriore distorsione, dando di fatto la possibilità a liste col 17% circa di ottenere il 53% dei seggi.

7. applicazione dell’Italicum solo per la Camera e non per il Senato. Due sistemi elettorali per un sistema bicamerale. Semplicemente assurdo!

8. esonero della raccolta firme, per concorrere alle prossime elezioni, per i partiti che si siano costituiti in gruppo parlamentare al 1 gennaio 2014 e che siano rappresentate in almeno una camera (salva fratelli d’Italia e popolari per l’Italia).

9. norme sul conflitto di interessi e criteri di incandidabilità NON PERVENUTE … per il Pd non era il momento per approvare norme del genere. Eh certo, non è mai il momento per il conflitto d’interessi!

Ecco il pastrocchio che è venuto fuori dall’accordo Pd e FI, anzi dall’accordo Renzi e Berlusconi.
Complimenti a tutti i deputati che hanno votato a favore di questa legge!!!

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