Per un Mediterraneo di pace e un futuro senza austerità.
In questa prima legislatura abbiamo gettato le basi per una politica estera che segue direttive e coordinate precise: la ricerca del multilateralismo, della cooperazione e del dialogo tra le popolazioni, il rispetto dell’autodeterminazione, della sovranità e della non ingerenza negli affari interni dei singoli Paesi. Si tratta di concetti oggi rivoluzionari, se si pensa agli ultimi anni di crisi economica e politica. Si tratta, più semplicemente, di applicare in modo ortodosso e rigoroso la Carta delle Nazioni Unite.
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Con una buona politica estera riscriviamo il nostro futuro
In Italia, da sempre, la politica estera è una tema molto sottovalutato, a dimostrazione dell’isolamento internazionale in cui ci ha trascinato la classe politica negli ultimi vent’anni. Fare una buona politica estera è importantissimo per il futuro del Paese. Significa non commettere gli stessi errori del passato, significa dire no a un’altra Libia, a un’altra Iraq; ma, soprattutto, significa ripristinare la nostra sovranità agli occhi del mondo per tornare ad essere finalmente liberi di decidere ciò che è meglio per noi. E per i nostri figli.
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