Pistelli incompatibile? Forse si, forse no. Con legge sul conflitto di interessi di M5S sicuramente si!

Author picture

In meno di una settimana i detrattori e i finti promotori della legge sul conflitto di interessi hanno preso due ceffoni, uno per il caso Azzolini (Ncd) e l’altro per il caso Pistelli (Pd).

Il primo, secondo l’inchiesta sulla clinica privata Divina Provvidenza, grazie all’incarico di Presidente della Commissione Bilancio al Senato avrebbe goduto di una particolare influenza nel far passare emendamenti utili, tra gli altri, alla clinica delle sue brame, permettendo di prorogare le scadenze sui debiti e salvare i bilanci in rosso. In cambio il senatore pugliese avrebbe assunto il controllo, per interposta persona, della clinica.

Il secondo caso è quello dell’ex Viceministro agli Esteri, Lapo Pistelli. Un lungo corso in politica e nel campo delle relazioni internazionali al quale lo stesso Pistelli ha deciso di dare una svolta entrando in Eni spa. L’Antitrust, come previsto da legge, ha già annunciato che non vi sono conflitti di interesse né incompatibilità, d’altronde la legge 215/2004 (la nota Frattini) non prevede limiti e così pure la Severino e le leggi discendenti da essa.

Certo, se il conflitto di interessi fosse stato affrontato seriamente e tempestivamente seguendo le proposte di legge Dadone (sulle cariche parlamentari) e Fraccaro (sulle cariche governative e amministrative) oggi non avremmo avuto il caso Azzolini e nemmeno il caso Pistelli: il primo avrebbe dovuto scegliere quali interessi perseguire e sarebbe stato sanzionato, il secondo avrebbe dovuto aspettare tre anni prima di passare dal Governo a una società partecipata dal Mef (al 4,34%) e da Cassa Depositi e Prestiti (al 25,75%) a sua volta controllata dal Ministero dell’Economia e Finanze all’80,1%.

Ti piace questo articolo?

Condividilo su Facebook
Condividilo su Twitter

Lascia un commento