Province. Il Governo gioca a tombola

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Abbiamo presentato la pregiudiziale di costituzionalità su ddl Delrio perché questo provvedimento protrarrà una condizione di diseguaglianza nel concorso di ogni singolo cittadino italiano alla politica e alla amministrazione del Paese, con una evidente disparità di mezzi e di opportunità in pieno contrasto con il dettato costituzionale.

Ecco i motivi:

  1.  l’eventuale aggravio di spesa. Difficile infatti sostenere che con un incremento di circa 26.000 consiglieri e circa 5000 assessori non si spenderà nulla;
  2.  il potere che questo provvedimento riconosce agli enti locali di andare a incidere lo status dei consiglieri e degli assessori è evidentemente illegittima;
  3.  la mancanza di controllo da parte dei cittadini sulle nuove province, visto che non potrà votarne i componenti. I cittadini di ciascun territorio avranno infatti non solo il Comune ma anche la nuova Provincia con la differenza che mentre il primo resterà elettivo, la seconda sarà scelta da chi siede in comune. Resta quindi un livello amministrativo ma non sarà più controllabile dai cittadini che invece si troveranno (se anche il ddl di riforma del titolo V della Costituzione andrà in porto) con un tre istituzioni elette direttamente: comune, regione e Camera dei deputati, e con due istituzioni intoccabili: province e Senato della Repubblica.  I centri di potere resteranno praticamente gli stessi, cambierà però la concentrazione del potere decisionale, con un evidente rafforzamento per chi è dentro le istituzioni locali di influire e pilotare le scelte di altri organi, al riparo dai voti e dalle libere scelte dei cittadini;
  4.  Incompatibilità parlamentare solo per sindaci di comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Facendo i conti in 7.323 comuni (su un totale di 8.057 comuni) il sindaco potrà essere anche parlamentare. Alla faccia della lotta ai doppi incarichi;
  5.  i sindaci dei comuni sotto i 3.000 abitanti avranno la possibilità di svolgere un terzo mandato.

A voi la valutazione sul pastrocchio che ne uscirà.

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