Tanto rumore parlamentare e poco lavoro

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paolo sistoLa legge elettorale, prevista per oggi alle 15.00 in aula, slitta a martedì della prossima settimana. Eh già, perchè dopo che ieri sera alle 23.00 Sisto si è presentato al comitato dei 9 con 3 emendamenti, per un totale di 21 pagine, riscrivendo praticamente la legge (ma rigorosamente su carta da parati -non essendo neppure numerati-), la situazione è sfociata in una pantomima indescrivibile.

Le opposizioni si sono opposte e Sisto si è finto perplesso. E così alle 11.15 di stamattina, alla riconvocazione del comitato dei 9, i partiti non parte dell’accordo si sono lamentati dell’impossibilità di lavorare in questa maniera e hanno chiesto un tempo dignitoso per lavorare ai sub-emendamenti. Dignità che noi abbiamo chiesto fin dall’inizio ma che solo ora appare necessaria!

Sisto ormai si comporta sempre più da esponete di Forza Italia e sempre meno da garante della regolarità dei lavori di commissione… di un Presidente imparziale non ne è rimasta nemmeno l’ombra. E così il percorso imbarazzante di questa legge prosegue riuscendo passo passo a disegnare un percorso peggiore di quello che ha condotto al porcellum!

“Dicono che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Ecco noi siamo l’accetta che abbatte questa pianta marcia ma siamo anche i semi della foresta che cresce”. Con questa frase Marco Da Villa ha chiuso la nostra dichiarazione di voto sul decreto destinazione italia, dopo aver fatto riferimenti a quanto accaduto in aula sul decreto IMU-Bankitalia e ai risultati ottenuti dal M5S in questo decreto. Un decreto che da soldi agli imprenditori che hanno inquinato per bonificare… il solito schifo insomma!

La nostra proposta di compensare debiti e crediti dei privati con la Pubblica Amministrazione non ha certo avuto l’eco della nostra reazione alla ghigliottina. Così funziona! La verità è che Marco ha descritto benissimo la situazione, con parole semplici ma efficaci, siamo la foresta che cresce e loro sono l’albero (marcio) che sta cadendo!

La messa in stato d’accusa del Presidente poi è stata archiviata velocissimamente perché l’opinione pubblica non deve nemmeno avere il tempo di pensarci su… che si parlerà d’altro. Così!

Come se nulla fosse successo.

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