Soldi e caos in Parlamento

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legge truffaIn aula si votano il decreto sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Questo decreto contiene il disegno di legge che affrontammo mesi fa alla Camera e che rimase incastrato (nelle sabbie mobili) al Senato.

Letta, per mantenere le promesse, allora fece un decreto ed ora siamo qui a 10 giorni dalla scadenza col provvedimento truffa di mesi fa.

Appena si tocca il tema dei soldi in aula scoppia il caos totale. Tutti preparatissimi in tema!

Sannicandro (Sel) dice che ritirare in ballo continuamente il referendum del ’93, col quale i cittadini si espressero contro il finanziamento pubblico ai partiti, è “stucchevole”!

Eh sì perchè i cittadini si saranno pure espressi ma “dopo 20 anni si potrà pure prendere un’altra strada!” (Sannicandro dixit).

Se davvero ritengono prescritto il referendum che ne facciano un altro, così vediamo subito se nel 2014 il risultato sarebbe il medesimo del 1993.

Prosegue Buttiglione (popolari per l’Italia -ossia ex scelta civica-) dicendo che siamo ripetitivi e che il Parlamento, essendo sovrano, può legiferare in maniera difforme dall’esito di un referendum, come nel caso di questo referendum.

Rilancia Balduzzi (scelta civica) sostenendo che diciamo inesattezze e che l’oggetto del referendum del ’93 riguarda “il contributo all’attività dei partiti, non il rimborso elettorale.”

Peccato che il Procuratore del Lazio della Corte dei Conti, Raffaele De Dominicis, abbia sollevato questione di legittimità costituzionale di tutte le leggi, a partire dal 1997, che hanno reintrodotto il finanziamento pubblico dei partiti, per averlo fatto in difformità con quanto proclamato dai cittadini.

Questi politici si devono vergognare!

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