L’altro giorno, in Consiglio dei ministri abbiamo indicato la data del 29 marzo per il referendum sul taglio dei parlamentari. Certo, avremmo volentieri speso questi 350 milioni in modo diverso: ci si potevano fare tante cose necessarie ai cittadini.
Ma un gruppetto di senatori spaventati di perdere i loro privilegi e qualche leader citofonista che bada solo al proprio tornaconto, calpestando ogni coerenza, hanno deciso che tutto il Paese dovrà immergersi a breve in questa campagna referendaria.
Bene, il M5S considera comunque sacro lo strumento del referendum in sé e siamo pronti ad andare in mezzo ai cittadini per informarli e per difendere una legge che senza di noi non ci sarebbe mai stata.
Gli italiani hanno capito e il voto darà un responso netto e chiaro.