Basta con gli slogan sui contratti, per gli statali c’è un miliardo in più

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La mia intervista su La Stampa.

Ministro, giorni complicati questi. C’è il rischio che il governo cada e tra lei ed i sindacati sembra proprio non riusciate ad intendervi tant’è che ieri i dipendenti pubblici hanno scioperato…

«Il governo va avanti e deve farlo perché ha obiettivi decisivi da realizzare per tutto il Paese. Io sono sempre disponibile al confronto se si discute concretamente di innovazione della Pa e di valorizzazione dei tanti dipendenti che danno l’anima con grande abnegazione ogni giorno. Sui temi della piattaforma sindacale stiamo lavorando da tempo, molte risposte ci sono già, basta volerle e saperle guardare».

Ieri alla radio ha detto che «se il nodo sono i soldi lo sciopero è riduttivo». Poi ha precisato la sua proposta, ma i sindacati hanno definito le sue parole «gravi e inaccettabili»…

«Sa, io lo capisco che per alcuni sarebbe più facile avere un ministro detrattore, a caccia di fannulloni: si sentirebbero più a loro agio a contrastare un governo di quel tipo. Spiace constatare quindi come l’atteggiamento di alcune sigle, che non piace nemmeno alle altre, finisca per mettere in cattiva luce gli stessi dipendenti pubblici che invece in questi mesi, e l’ho visto con i miei occhi, hanno saputo raccogliere la sfida del cambiamento. Io questi lavoratori li voglio e li devo difendere, nei fatti più che con gli slogan e le bandiere».

Sul piatto ci sono 3, 6/3, 7 miliardi, ma per Cgil Cisl e Uil è ancora poco.

«Siamo a 3, 77 miliardi a regime. Praticamente un miliardo in più rispetto alla tornata precedente. Parliamo di aumenti medi oltre il 4% e che, persino sottraendo l’elemento perequativo, superano il 3, 48% del triennio precedente. Mi sembrano cifre ragguardevoli, soprattutto dato il momento economico generale».

Dei 400 milioni aggiunti con la legge di Bilancio ha spiegato che 270 potrebbero servire a confermare l’indennità perequativa. E questo ha fatto arrabbiare ancora di più le vostre controparti: dicono che se non protestavano queste risorse sarebbero sparite.

«L’elemento perequativo rappresenta per legge un “una tantum”. Stabilizzarlo significa riconoscere le esigenze e il valore del lavoro delle fasce che guadagnano meno. Non abbiamo sottratto nulla, anzi: a fronte di un valore del perequativo da 270 milioni, noi ne abbiamo aggiunti altri 400 a regime».

Oggi vi vedete, ma non è stato un errore aver lasciato passare così tanto tempo dal varo della legge di Bilancio? Magari si evitava lo sciopero.

«Guardi, i contatti fra i sindacati e il mio staff sono continui. Abbiamo iniziato l’anno con il tavolo per il memorandum propedeutico all’avvio della contrattazione. Abbiamo firmato due protocolli per la sicurezza. Abbiamo avviato il confronto sul lavoro agile e, come già detto, ripartirà il dialogo in vista dell’atto di indirizzo quadro. Naturalmente, stiamo aspettando il consolidamento delle risorse in legge di Bilancio per aprire formalmente la tornata contrattuale».

I sindacati vogliono discutere anche di assunzioni, della stabilizzazione dei precari, di la sicurezza e della riforma della contrattazione, temi sui cui dicono finora hanno ricevuto solo dei no.

«Stiamo stabilizzando migliaia di precari, a partire dalla scuola e passando per alcuni enti del settore sanitario. I sindacati stessi hanno firmato con noi i protocolli per la sicurezza. Sul fronte delle assunzioni abbiamo lanciato già bandi per decine di migliaia di posti, peraltro con procedure snellite e totalmente informatizzate. Ricordo che in manovra c’è un fondo da 3, 6 miliardi per ulteriori assunzioni a tempo indeterminato nella Pa. Tutto questo in mezzo a una pandemia: i risultati si stanno già vedendo e via via saranno sempre più importanti ed evidenti».

Sullo smart working la accusano di aver lasciato fare tutto ai dirigenti.

«Sommessamente, anche i dirigenti sono pubblici dipendenti, fino a prova contraria. Comunque nessuna invasione di campo. Proprio ieri sera ho firmato il decreto con le linee guida per l’applicazione del Pola, per accompagnare le amministrazioni in termini organizzativi, tema che attiene, per legge e non per mio capriccio, alle prerogative datoriali. Tutti gli istituti connessi al rapporto di lavoro e specificatamente al lavoro agile, dal diritto alla disconnessione allo straordinario, saranno ovviamente materia di discussione con i sindacati».

Visto il clima, lei dall’incontro di oggi cosa si aspetta?

«Mi aspetto una discussione costruttiva su come valorizzare le grandi risorse che la Pa possiede: le sue donne e i suoi uomini, su come accelerare la svolta organizzativa che consentirà alla Pa di essere sempre più vicina a cittadini e imprese per garantire servizi di qualità e valorizzare chi merita».

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