Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce – Intervista a Repubblica

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Intervista di Rosaria D’Amato su La Repubblica del 10/11/2019

La manovra ha già avuto un sostanziale via libera da Bruxelles, ma andrà in porto? Ogni giorno le singole misure vengono messe in discussione, tanto che gli investitori internazionali temono lo scenario peggiore: il ritorno di Salvini alla guida di un governo che metta in discussione l’ancoraggio alla Ue.

“Il dialogo tra questo governo e l’Europa è sempre stato franco, ma seeno e costruttivo. La manovra ha un impianto chiaro che nella sostenza non cambierà, una impostazione redistributiva ed espansiva, nonostante le difficili condizioni di partenza. I mercati ne vedranno molto presto gli effetti.”

Se questa legge di Bilancio saltasse si rinvierebbero per l’ennesima volta anche le 500 mila assunzioni nella Pa, “congelate” e “scongelate” per anni.

“La dialettica tra le forze politiche, al netto di qualche eccesso, è fisiologica quando si mette a punto una manovra. Così come è naturale che il Parlamento intervenga a ricalibrare e migliorare alcune norme. Resta piena l’intesa nel governo e nella maggioranza rispetto all’eseigenza di rilanciare finalmente la Pa dopo anni difficili. E resta la visione, la filosofia complessiva di una legge di Bilancio che annulla le clausule Iva, inizia a tagliare il cuneo e accompagna il Paese verso una riconversione del sistema che è l’unica chiave di una vera rinascita.”

Le risorse però per l’ennesima volta sono poche e la sterilizzazione dell’Iva ne ha assorbito la parte principale. Il problema è che per le altre misure rimane ben poco.

“Il motivo principale per cui è nato questo governo è proprio il disinnesco delle còlausule Iva, che avrebbero prodotto una macelleria dal punto di vista sociale. questo non significa che non sis siano affrontate altre questioni importanti, come quella del cuneo fiscale. Sulla Painoltre c’è un impegno collettivo, ho sempre notato massima compattezza nell’esecutivo, senza distinzioni legate alle varie anime della maggioranza.”

Non si rischiano quindi passi indietro, o che in Parlamento si rimetta tutto in discussione?

“La Pa deve essere in grado di fornire una rete di servizi a beneficio di cittadini e imprese. Lo sblocco completo del turn over è solo un primo passo verso la riqualificazione degli uffici pubblici. A Regioni e Comuni sarà presto consentito anche di andare oltre il 100%.”

Nel frattempo però gli uffici tra pensionamenti ordinari e anticipati si sono svuotati. I concorsi hanno tempi lunghi, i sindacati reclamano soluzioni rapide per far fronte alle emergenze, che in alcuni settori, dalla scuola alla sanità, sono particolarmente gravi.

“È per questo che, in attesa di riavviare una grande stagione di concorsi, abbiamo prorogato le graduatorie vecchie, quelle del 2011 al 31 marzo prossimo e quelle dal 2012 al 2015 al 30 settembre 2020, e stiamo aumentando la utilizzabilità degli elenchi del 2019.”

Un punto fermo di molti ministri che l’hanno preceduta è stato il controllo del lavoro dei pubblici dipendenti. Lei invece si è detta contraria ai controlli biometrici.

“Dobbiamo accelerare un cambio di mentalità radicale, basato sulla culturadella responsabilità e del risultatocontro la logica della scartoffia e dell’adempimento. Istituti come lo smart working possono aiutarci tantissimo, al netto degli enormi benefici in termini sociali e ambientali. Ecco perché, stante la necessità di colpire chi abusa, il vero problema è valutare cosa si fa e come si lavora nelle ore in cui si sta in ufficio”.

Non ha paura di essere accusata di favorire gli assenteisti?

“Chi sbaglia deve pagare, ma c’è tanto personale valido. Purtroppo fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, ma noi a quest’ultima dobbiamo rivolgere le nostre attenzioni e il nostro impegno.”

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