Nel Consiglio dei Ministri di ieri abbiamo dato il via libera all’autorizzazione all’assunzione a tempo indeterminato di 97.223 unità tra docenti, personale educativo, ATA e dirigenti scolastici.
In questo modo rilanciamo i concorsi e il reclutamento nella Pa. Lo facciamo non solo per compensare le uscite pensionistiche e abbassare così l’età media nelle amministrazioni, ma soprattutto per proiettarle nel futuro grazie a nuovi profili e nuove competenze che sosterranno la rivoluzione culturale fondata sul vero lavoro agile, su obiettivi e risultati, sulla centralità della relazione con cittadini e imprese.
La scuola è un esempio tra i più eclatanti di questa nuova stagione: oltre ai numeri già citati, ci sono 50mila assunzioni a tempo determinato per rafforzare ulteriormente gli organici in vista dell’inizio dell’anno scolastico. Infine, c’è il rilancio delle procedure concorsuali per circa 78mila posti da docente a tempo indeterminato, rivolte sia a giovani neolaureati che a precari storici.
Più in generale, stiamo intensificando i nuovi bandi informatizzati per snellire i tempi del reclutamento di figure e know-how innovativi che oggi scarseggiano nella Pa.
La macchina dello Stato è la prima azienda del Paese e deve sempre più sostenere la competitività dell’Italia.