A Cuneo 100 farmaci introvabili (300 in Italia). Lorenzin risponda e trovi una soluzione

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Ho depositato una interrogazione al Ministro della salute perché risponda e trovi soluzioni ai disagi che i cittadini stanno affrontando per i farmaci introvabili.

Succede, infatti, che alcuni farmaci italiani, per lo più quelli salvavita, hanno qui, nel nostro paese prezzi più bassi rispetto ad altri paesi d’Europa. Per questo motivo alcuni distributori farmaceutici, veri o pseudo tali, preferiscono esportare i prodotti all’estero dove guadagnano circa il 30% in più.

In questo modo, però, essendo contingentata la produzione di farmaci, i medicinali che vengono esportati sono di fatto distolti dal circuito interno nazionale a danno di quanti avendone bisogno in farmacia debbono sentirsi dire “mi dispiace non ne abbiamo torni domani”.

Il fenomeno si chiama “mercato parallelo” ed è legale (anche questo è uno degli effetti dell’Unione europea). Diventa quindi legale, nel nostro assurdo Paese, non tutelare il diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della Costituzione, per il mero profitto individuale. Un fenomeno che colpisce la Granda, per circa 100 medicinali, come altri territori italiani. I casi segnalati sono sempre maggiori e stanno crescendo esponenzialmente negli ultimi anni, nonostante appena un anno fa Lorenzin annunciava imminenti soluzioni.

Questo disservizio e i gravi disagi che comporta per la salute dei cittadini, sono orami segnalati sistematicamente da associazioni di consumatori impegnate nel garantire il diritto alla salute. Raccogliendo queste segnalazioni e le informazioni di stampa ho deciso di chiamare il ministro a rispondere perché chiunque in Italia possa andare in farmacia e trovare ciò di cui ha bisogno.

Il governo in questi giorni ha annunciato l’ennesima sforbiciata alla sanità, gli enti locali sono in ginocchio e non potranno garantire i servizi essenziali mente le regioni, dopo anni di sperperi, si trovano a pagare le scelte irresponsabili dello stato centrale. Pochi servizi, pochi medicinali e a pagarne i danni sono le famiglie, i pazienti e i loro cari, i cittadini e chiunque altro avrà bisogno di avere a che fare con il servizio sanitario nazionale.

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